Un importante riconoscimento per il ruolo dell’Italia come paese guida nell’ambito dell’alimentazione intesa in senso ampio come strumento per migliorare il mondo è arrivato dalle Nazioni Unite che hanno designato Roma come sede del pre-vertice sui sistemi alimentari, prologo del summit globale che si svolgerà a settembre nel quadro dell’Assemblea generale dell’ONU a New York.
L’evento romano si svolgerà in un formato virtuale “ibrido” per tre giorni, durante i quali molti delegati parteciperanno di persona presso la sede l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) a Roma, mentre altri parteciperanno da tutto il mondo attraverso una vasta piattaforma virtuale.
Tema centrale dell’evento sarà il ruolo dei sistemi alimentari per la costruzione di un mondo più sostenibile dal punto di vista sociale, economico ed ambientale, così come delineato dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG, Sustainable Development Goals) contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ognuno dei quali si basa in qualche misura su sistemi alimentari che sostengano la nutrizione, la sostenibilità e l’equità.
Un obiettivo non raggiungibile senza un’ importante azione sinergica tra molteplici attori. L’evento riunirà infatti giovani, piccoli agricoltori, popolazioni indigene, ricercatori, settore privato, leader politici e ministri dell’agricoltura, dell’ambiente, della salute e delle finanze, tra gli altri, per fornire l’approccio scientifico più recente e basato sulle buone pratiche provenienti da tutto il mondo, lanciare una serie di nuovi impegni attraverso nuove azioni condivise e mobilitare nuovi finanziamenti e alleanze.
Caratteristica peculiare del pre-vertice è l’avvio di un articolato percorso di coinvolgimento e di costruzione di community su 5 azioni fondamentali, attraverso le quali chiunque può partecipare al vertice ed offrire un contribuito concreto in termini di idee.
Ma perché i sistemi alimentari sono così importanti? Il termine “sistema alimentare” secondo l’ONU si riferisce all’insieme delle attività coinvolte nella produzione, nella trasformazione, nel trasporto e nel consumo del cibo. I sistemi alimentari di fatto toccano ogni aspetto dell’esistenza umana e la loro condizione impatta in modo profondo sulla salute delle persone, sulla conservazione dell’ambiente, sulle diverse culture e sull’economia. Quando i sistemi alimentari funzionano in modo corretto offrono un contributo determinante alla coesione delle famiglie, delle comunità e delle nazioni.
Il fatto che ogni anno, come dichiarato dal Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, venga sprecato oltre un miliardo di tonnellate di cibo mentre milioni di persone continuano a soffrire la fame rende l’idea dell’importanza della sfida. Gli scienziati sono infatti d’accordo nel considerare la trasformazione dei sistemi alimentari tra i modi più efficaci per progredire verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Una posizione condivisa da Guterres che ha dichiarato: “Il pre-vertice in Italia sarà un momento fondamentale per mobilitare gli impegni ambiziosi di cui abbiamo bisogno per costruire sistemi alimentari sostenibili che funzionino per le popolazioni, il pianeta e la prosperità. Attraverso un’azione accelerata possiamo aiutare il mondo a ripartire al meglio dopo il COVID-19, combattere la fame crescente e affrontare la crisi climatica”.
Come ospite del pre-Vertice, il Governo italiano assumerà un impegno per il sistema alimentare a livello nazionale per definire lo spirito e le ambizioni in vista del vertice ed infatti il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato che “L’Italia è pronta ad accogliere questo appuntamento essenziale del Vertice sui sistemi alimentari a Roma. Vogliamo affrontare la questione della sicurezza alimentare all’interno del nostro ampio programma come Presidenza del G20. Insieme alle Nazioni Unite e alle sue agenzie con sede a Roma, l’Italia si impegnerà con i suoi partner per promuovere un’agricoltura migliore, filiere produttive sostenibili e stili di vita salutari. Mi aspetto che tutti si uniscano a noi in uno sforzo globale per proteggere l’ambiente con azioni significative”.
Il rapporto tra cibo e tutela dell’ ambiente è quindi sempre più stretto come sottolineato anche dalle ricerche della Fondazione Barilla in base alle quali, adottando una dieta sostenibile, l’impronta idrica dei Paesi dell’UE28 potrebbe essere ridotta del 23%, mentre una dieta a base vegetale nutrizionalmente equivalente a una a base di proteine animali ridurrebbe l’impronta idrica del 38%. Questo perché un pasto sostenibile richiede all’incirca 1.000 litri di acqua rispetto ai circa 3.000 di un menù “idrovoro”.