L’ultimo numero della congiuntura Confcommercio (guarda il link in pdf) “fotografa” una situazione nella quale il quadro geo-politico non accenna a migliorare e le tensioni sulle materie prime energetiche non si riducono. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “sono più concreti i rischi di recessione per molti Paesi, soprattutto quelli più esposti dal punto di vista energetico che potrebbero risentire di eventuali razionamenti conseguenti al calo delle forniture“.
Inflazione verso il 10%
“La tendenza all’incremento dell’inflazione – osserva ancora Bella – non sembra destinata ad arrestarsi nel breve periodo. Stimiamo una crescita dei prezzi al consumo a ottobre dell’1,5% su base mensile e del 9,8% su base annua. La variazione, pur attribuibile in larga misura all’energia, è alimentata anche dalla dinamica dei prezzi dell’alimentare e di quei servizi in cui la componente energetica rappresenta una parte significativa dei costi di produzione. La crescita dei prezzi potrebbe non arrestarsi fino alla tarda primavera del prossimo anno“.
Segnali negativi dal sistema economico
Il rimbalzo registrato dalla produzione industriale in agosto va valutato con cautela, in considerazione della tradizionale volatilità registrata dall’indicatore nel mese. Su base trimestrale, in ogni caso, la produzione industriale registra una riduzione congiunturale dell’1,2%. La minore “dinamicità” dell’economia comincia a riflettersi anche sul mercato del lavoro: rispetto a giugno, il numero di occupati ad agosto mostra un calo di oltre 110mila unità. Segnali negativi cominciano ad emergere anche sul versante del sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio che registra a settembre, dopo alcuni mesi favorevoli, una contrazione del 2,5% su agosto.
Pil mensile in calo dell’1%
“L’indebolimento del quadro congiunturale – sottolinea l’Uffcio Studi – si è riflesso sul Pil. Il rallentamento registrato nel periodo estivo dovrebbe aver determinato, secondo le nostre stime, una riduzione in termini congiunturali dello 0,5% nel terzo trimestre. La tendenza al ripiegamento dell’attività economica si sarebbe amplificata nel mese di ottobre per il quale si stima una riduzione dell’1,0% in termini congiunturali ed una crescita dello 0,4% sullo stesso mese del 2021“.
Consumi in frenata
A settembre 2022 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) conferma la tendenza al rallentamento, con una riduzione su base annua del 2%. “Il calo registrato dall’indicatore nel confronto con lo stesso mese del 2021 è una sintesi di un incremento della domanda per i servizi (+2,7%) e di una riduzione di quella relativa ai beni (-4,0%). La tendenza al ridimensionamento della domanda è sostanzialmente diffusa tra i beni e comincia ad interessare anche alcuni segmenti dei servizi“.
– Nota stampa Confcommercio –