Dopo il boom del 2017 e la crescita continua che ha caratterizzato il settore turistico tra il 2000 e il 2017, il 2019 preoccupa gli operatori che vedono però in agosto la possibilità di recuperare una partenza difficile con il 78% delle camere prenotate. Tra il 2000 e 2017 secondo uno studio della Banca d’Italia gli arrivi di turisti in Italia hanno registrato un incremento del 53,9% superando i 123 milioni di visitatori, un record che fissa un’asticella molto alta per le successive prestazioni del mercato turistico italiano che, almeno nelle previsioni, subirà una flessione di circa 2 milioni di visitatori nel 2019.
La stagione partita sottotono, forse anche a causa del meteo incerto, cerca in agosto la soluzione per sostenere uno dei settori cardine dell’economia italiana. Nonostante il Belpaese sia al centro dei desideri dei turisti il patrimonio artistico, naturale ed enogastronomico italiano potrebbe vedere quest’anno “solo” 205 milioni di turisti.
Tassi di occupazione. È il mese di agosto in questo momento a trainare il mercato turistico italiano e il CST che ha consultato i portali Booking.com, Trivago, Expedia, Airbnb al 2 agosto 2019 rileva dei tassi di occupazione delle strutture ricettive piuttosto elevati. Le regioni con il tasso di occupazione estiva più elevato (89%) sono Liguria e Marche, seguite dalla Sardegna e dalla Valle d’Aosta. Aumentano del 2% le località di montagna, bene quelle balneari con un aumento del 9%, stabili i laghi mentre una flessione nell’occupazione delle strutture si registra nelle località termali e nelle città d’arte.
I turisti. Dal 2000 al 2017 è aumentata di ben nove punti l’incidenza dei visitatori stranieri sul totale dei turisti: si è passati dal 41,4% al 50,1% nonostante le vicissitudini finanziarie che hanno coinvolto il mondo nello stesso periodo. La Germania è il paese che di più apprezza le destinazioni italiane e, tendenzialmente, i tedeschi prediligono la macro area del Nord Est (Istat); nel Mezzogiorno, forse anche a causa della mancanza di infrastrutture adeguate, si rileva un’incidenza piuttosto bassa, 35%, di turisti stranieri.
Le tasse. Le tasse, talvolta, sono spietate e colpiscono anche in vacanza: 2,6 miliardi di euro l’anno è la cifra che i turisti versano alle casse dello stato tra IVA sui prodotti turistici e tasse di soggiorno che possono arrivare anche al 10% del costo totale del pernottamento. Mancano, secondo il presidente di Assoturismo Messina, ancora le infrastrutture e la visione del settore come comparto economico vero e non come “traino” per commercio e servizi. Così Messina interviene al Senato durante il Convegno ‘Le nuove sfide del turismo italiano”: << Il Governo ci deve credere e investire ad esempio in ENIT per la promozione unitaria del territorio italiano. Nel 2019 assisteremo probabilmente ad un calo delle presenze, dopo i record degli ultimi anni. Il comparto turistico non può aspettare tutto questo tempo per vedere dei provvedimenti. Non possiamo aspettare tempo perchè il turismo tempo non ne ha. Con il Ministro Centinaio c’è comunione di intenti ma appare necessario più che mai agire».