Continua a crescere l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’economia. L’ampliamento del contagio e le nuove, più severe, misure di contenimento incideranno pesantemente su consumi e imprese. Anche nel caso la situazione dovesse tornare effettivamente alla normalità dopo il 3 aprile, lo shutdown delle attività e le nuove restrizioni, combinate con il tracollo del turismo, arriveranno a determinare, su base annua, una riduzione di 18,8 miliardi di consumi e una contrazione del Pil dell’1,4%. Impatti ormai quasi del tutto acquisiti, che sarà difficile riassorbire nel corso dell’anno. A stimarlo è Confesercenti in una nota.
I dati. Al momento, – si legge nella nota – la riduzione dei consumi è concentrata soprattutto nella zona rossa originaria: risulterebbe infatti superiore a 6,5 miliardi nella sola Lombardia, di circa 3 miliardi in Veneto ed Emilia-Romagna, di quasi 2,5 miliardi in Piemonte, compresa fra 500 milioni e un miliardo in Liguria e Friuli Venezia Giulia. Ma i comparti del turismo, del commercio e dei servizi soffrono in tutta Italia.
Una frenata che sta mettendo a dura prova le attività economiche e che, in assenza di un adeguato sostegno finanziario, potrebbe portare a diffuse situazioni di fallimento: secondo le nostre stime, sono a rischio 120mila tra imprese e lavoratori autonomi in tutta Italia. Se saltassero, – spiega Confesercenti – verrebbe inevitabilmente meno ogni speranza di recuperare le perdite nella seconda parte dell’anno.
Uno shutdown caratterizzato da incertezza. Rimangono dubbi – sai legge ancora – sulle tipologie di attività che devono rispettare la chiusura, così come sulla possibilità di recuperare la merce deperibile, sul trattamento dei dipendenti e, soprattutto, sui sostegni ad imprese e lavoratori autonomi. Si registra anche qualche contraddizione difficilmente spiegabile: i negozi non essenziali dovrebbero chiudere, ma con il nuovo Dpcm sembrerebbe permessa l’apertura nei centri commerciali sia degli ipermercati che di tutte le altre attività, ad esempio i grandi negozi di elettronica, non direttamente menzionate nei provvedimenti di chiusura.
“L’emergenza è passata ad una nuova fase. Il decreto dovrà tenere conto della situazione di massima difficoltà delle imprese – dichiara la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – . La decisione, condivisibile, di sospendere le attività deve essere ora gestita al meglio. Nel decreto devono trovare spazio adeguati sostegni per fronteggiare l’inattività da chiusura forzata, a partire dal rinvio dei pagamenti di utenze, mutui e finanziamenti, posticipo delle scadenze fiscali e moratoria degli affitti. Ma è urgente anche intervenire sul credito e sugli ammortizzatori sociali per le microimprese e per gli autonomi”.