Stando ai dati diffusi dalla Banca d’Italia, nel 2018 l’economia della Valle d’Aosta, nonostante la ripresa sia iniziata più tardi rispetto alla media del Paese, ha registrato e continua a vedere un recupero dell’attività economica. Ad influire negativamente sono state le dinamiche demografiche e della produttività. Nel 2018, secondo stime preliminari, infatti, il valore aggiunto regionale era inferiore di oltre il 9 per cento in termini reali rispetto ai livelli pre-crisi.
Le imprese. Nell’industria l’attività è ancora cresciuta, anche se in misura meno intensa rispetto all’anno precedente. Nel terziario, il turismo è rimasto su livelli storicamente elevati, con effetti positivi sui comparti a esso collegati. In particolare, sono ulteriormente aumentati i pernottamenti degli stranieri. Non sono invece emersi segnali di significativa ripresa nelle costruzioni, che hanno continuato a risentire della debolezza del comparto dei lavori pubblici e di quello delle nuove costruzioni residenziali. Nel mercato immobiliare le compravendite e i prezzi sono ancora lievemente saliti. Gli investimenti delle imprese industriali hanno continuato a crescere. La dinamica dei prestiti al settore produttivo, dopo l’aumento registrato nel 2017 anche per effetto di alcune operazioni straordinarie, è stata negativa; il calo ha interessato tutte le classi dimensionali e di rischio delle imprese.
Il mercato del lavoro. L’occupazione è cresciuta a tassi moderati, analoghi a quelli dell’anno precedente, grazie al positivo andamento nei servizi del commercio, alberghi e ristorazione. L’aumento si è riflesso sulle ore lavorate complessive. Il tasso di disoccupazione è ancora diminuito.
Le famiglie. Nel 2018, secondo le informazioni preliminari disponibili, la dinamica del reddito e dei consumi è stata positiva. Sia il reddito disponibile sia la ricchezza pro capite si collocano su livelli ampiamente superiori alla media del Paese; la regione si caratterizza anche per una minore disuguaglianza nella distribuzione dei redditi da lavoro rispetto alla media italiana. I prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie sono ancora aumentati, ma con minore intensità rispetto all’anno precedente. Il risparmio delle famiglie ha continuato a indirizzarsi verso i conti correnti, nonostante gli esigui rendimenti offerti. Si è invece accentuato il calo del valore dei titoli depositati in custodia presso le banche; vi ha influito la dinamica delle quote di fondi comuni, diminuite dopo una prolungata fase di espansione.
Il mercato del credito. L’andamento dei prestiti bancari al settore privato non finanziario si è indebolito, dopo la significativa crescita registrata nell’anno precedente. Il tasso di deterioramento del credito è rimasto sostanzialmente stabile. L’incidenza dei crediti deteriorati sui prestiti totali è ulteriormente scesa, grazie a nuove operazioni di cessione di sofferenze e di stralcio dai bilanci bancari delle partite deteriorate. È proseguito il calo del numero di sportelli bancari, a fronte di un ulteriore sviluppo dei canali alternativi di contatto con i clienti.
La finanza pubblica. Nel 2018 la spesa corrente in termini di cassa degli Enti territoriali della regione è aumentata in misura significativa, mentre è proseguito il calo di quella in conto capitale, per la dinamica negativa degli investimenti fissi lordi. Si è tuttavia intensificata la progettazione di lavori pubblici. Le entrate, che in termini pro capite sono superiori alla media delle altre regioni a statuto speciale, sono diminuite per la Regione, risentendo anche di sfasamenti temporali negli incassi. Sono invece aumentate per i Comuni, che si caratterizzano per una situazione economico-finanziaria migliore e per una capacità di riscossione lievemente superiore alla media delle regioni a statuto speciale. Lo stock complessivo del debito delle Amministrazioni locali è calato nel 2018, ma in misura meno intensa della media nazionale.