Stando ai dati diffusi dalla Banca d’Italia, nel 2018 l’economia della Puglia è cresciuta in misura più contenuta rispetto all’anno precedente e alla media nazionale. Sebbene la crescita prosegua in modo ininterrotto da un quinquennio, il valore aggiunto nel 2018 è risultato ancora inferiore rispetto ai valori pre-crisi in tutti i principali comparti.
Le imprese. Il settore industriale ha rallentato, per effetto di una domanda interna debole e del calo delle vendite verso l’estero. Il lieve incremento del fatturato industriale si è accompagnato a un maggiore grado di utilizzo della capacità produttiva. Si è confermata per il secondo anno consecutivo l’espansione degli investimenti. Nel settore delle costruzioni il valore della produzione ha mostrato un calo: nel comparto residenziale il numero di unità abitative iniziate in corso d’anno è diminuito; le imprese hanno tuttavia beneficiato della crescita delle compravendite, continuando a ridurre l’invenduto. Sul comparto continua a pesare l’andamento negativo dei prezzi degli immobili. La dinamica dei servizi, eterogenea tra i vari comparti, è rimasta nel complesso stabile. Il numero di presenze turistiche ha registrato un modesto incremento: all’aumento dei turisti stranieri – che nell’arco di dieci anni sono quasi raddoppiati – si è contrapposto un lieve calo degli italiani. L’attività economica nel settore agricolo è rimasta stazionaria. È proseguito anche nel 2018 il miglioramento delle condizioni economiche delle imprese: la redditività ha continuato a posizionarsi su livelli storicamente elevati in tutti i settori di attività economica, tranne che nelle costruzioni. I prestiti bancari al settore produttivo hanno registrato un lieve calo per effetto dell’indebolimento della domanda e di un moderato irrigidimento delle condizioni di accesso al credito. La riduzione dei finanziamenti, che ha riguardato soprattutto il settore delle costruzioni, è stata determinata dalla flessione avvenuta nell’ultimo trimestre dell’anno. Il ricorso diretto al mercato dei capitali o agli intermediari specializzati nella finanza di impresa è limitato, pur in presenza di qualche iniziativa nel private equity.
Il mercato del lavoro. L’andamento dell’occupazione, in crescita nella media del 2018, si è indebolito nella parte finale dell’anno. La dinamica è stata sostenuta dall’incremento sia dei lavoratori autonomi sia di quelli dipendenti; tra questi, le nuove assunzioni, al netto delle cessazioni, sono risultate positive anche per le posizioni a tempo indeterminato. L’aumento dell’occupazione registrato in regione nello scorso quadriennio non ha consentito, come anche nel resto del Mezzogiorno, un pieno recupero dei livelli pre-crisi, di poco superati invece nella media nazionale. Al peggior andamento dell’occupazione rispetto all’Italia nello scorso decennio hanno contribuito una dinamica demografica più contenuta e una più intensa riduzione del tasso di occupazione. Nel 2018 la crescita degli occupati e la riduzione dell’offerta di lavoro hanno congiuntamente determinato un significativo calo del tasso di disoccupazione.
Le famiglie. Il reddito disponibile e i consumi delle famiglie sono lievemente aumentati. La dinamica del reddito ha beneficiato soprattutto dell’andamento positivo dei redditi dei lavoratori dipendenti. La Puglia continua tuttavia a caratterizzarsi per un reddito pro capite più contenuto e una maggiore diffusione della povertà rispetto alla media nazionale. Nel 2018 sono state rafforzate le misure per il contrasto alla povertà, sia su base nazionale sia a livello regionale. Il credito alle famiglie ha continuato ad aumentare, favorito anche da un livello dei tassi che resta basso nel confronto storico. La dinamica è stata sostenuta sia dall’incremento dei prestiti per l’acquisto di abitazioni, in connessione con il positivo andamento delle compravendite immobiliari, sia dalla crescita del credito al consumo.
Il mercato del credito. Le banche hanno proseguito la riorganizzazione della rete territoriale e dei canali distributivi. All’ulteriore calo del numero di sportelli ha fatto riscontro la maggiore diffusione dei canali alternativi di contatto con la clientela. È cresciuto ulteriormente l’utilizzo degli strumenti di pagamento diversi dal contante, che tuttavia è ancora inferiore alla media nazionale. Nel complesso il credito bancario è aumentato, pur in presenza di andamenti differenziati tra imprese e famiglie. Anche la raccolta bancaria è cresciuta, sostenuta dalla dinamica dei depositi in conto corrente. È proseguito il miglioramento della qualità del credito delle banche e delle società finanziarie verso le famiglie e le imprese di tutti i principali settori produttivi. In particolare, si è ridotto il flusso dei nuovi crediti deteriorati e sono significativamente diminuite le sofferenze anche grazie alle operazioni di cessione e stralcio.
La finanza pubblica. Nel 2018 il costo della sanità, che rappresenta la principale componente della spesa corrente degli enti territoriali, è aumentato in linea con la media nazionale. Nonostante le assunzioni dello scorso triennio, la dotazione del personale sanitario resta inferiore a quella nazionale e, in prospettiva, potrebbe risentire delle agevolazioni all’uscita previste dai recenti provvedimenti normativi. Anche la spesa in conto capitale degli enti territoriali ha registrato un incremento riconducibile ai contributi agli investimenti delle imprese, che hanno beneficiato dell’accelerazione della spesa dei programmi comunitari. Gli investimenti pubblici sono invece ancora diminuiti, nonostante la ripresa degli ultimi mesi. Il disavanzo di bilancio della Regione è risultato inferiore a quello medio delle altre Regioni a statuto ordinario; la Città Metropolitana, quasi tutte le Province e la maggior parte dei Comuni, soprattutto medi e piccoli, hanno evidenziato un avanzo o un pareggio. I Comuni in crisi finanziaria sono pochi; tra questi, tre Comuni capoluogo che rappresentano il 9 per cento della popolazione regionale. Oltre la metà dei Comuni presenta comunque elementi di criticità finanziaria. Il debito delle amministrazioni locali è in ulteriore flessione ed è pari a circa la metà di quello medio nazionale in termini pro capite.