Secondo il rapporto annuale di Banca d’Italia, nel 2018 l’economia piemontese ha fatto registrare un ulteriore moderato recupero. In base a stime preliminari, il PIL sarebbe cresciuto intorno all’1 per cento, pressoché in linea con la media nazionale. L’andamento complessivo ha riflesso dinamiche differenziate nel corso dell’anno, con un peggioramento della congiuntura e del clima di fiducia delle imprese a partire dall’estate.
Le imprese. La produzione industriale è cresciuta meno che nel 2017, con una dinamica in progressivo indebolimento nel corso dell’anno. La decelerazione ha interessato tutte le classi dimensionali d’impresa e gran parte dei comparti di specializzazione della regione; nei mezzi di trasporto si è intensificato il calo dei volumi produttivi. Su tali andamenti ha influito il forte rallentamento delle esportazioni, che erano cresciute a tassi sostenuti nell’anno precedente. Nelle costruzioni l’attività è rimasta su livelli storicamente contenuti, pur con qualche segnale di lieve recupero. Nei servizi l’andamento è stato ancora positivo. È proseguita la crescita del comparto turistico, grazie alla componente straniera. I trasporti hanno riflesso la dinamica della congiuntura industriale. L’accumulazione di capitale nell’industria è stata ancora intensa, favorita dagli incentivi legati all’acquisto di macchinari a tecnologia avanzata; la propensione a investire tuttavia è calata nella seconda parte dell’anno in connessione con il deterioramento del clima di fiducia. Per il complesso del 2019 l’indagine della Banca d’Italia sulle imprese industriali prefigura un lieve calo delle vendite e un indebolimento dell’attività di investimento. È proseguita lo scorso anno la crescita dei prestiti bancari al comparto produttivo, iniziata alla fine del 2017. L’eterogeneità degli andamenti del credito per settore e classe dimensionale è risultata correlata con la differente rischiosità delle imprese. In presenza di condizioni di offerta rimaste complessivamente invariate, la domanda di finanziamenti si è irrobustita nel primo semestre per poi indebolirsi nel secondo in connessione con il peggioramento della congiuntura. Con la ripresa dell’attività economica sono gradualmente migliorate le condizioni economico-finanziarie delle imprese rimaste attive. Tale processo, insieme con la forte selezione operata dal mercato durante la crisi, ha condotto a una significativa riduzione della quota di aziende finanziariamente fragili. Negli ultimi anni si è intensificato anche in Piemonte l’accesso ai canali di finanziamento non bancari. Nel corso dell’ultimo decennio, caratterizzato da fasi recessive più intense della media nazionale e da una ripresa più moderata, un numero significativo di imprese ha comunque fatto registrare percorsi di elevata crescita. La loro incidenza sul complesso dell’economia è però più contenuta che nel resto del Paese.
Il mercato del lavoro. È proseguito il recupero dell’occupazione iniziato nel 2014. La crescita del 2018, di intensità analoga a quella nazionale, è stata sostenuta prevalentemente dal settore industriale. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è stato ancora positivo. Sono aumentati i contratti a tempo indeterminato, grazie soprattutto alla stabilizzazione dell’elevato numero di rapporti a termine sottoscritti in precedenza. Ha frenato invece la componente a tempo determinato, il cui saldo è tornato negativo dopo due anni di valori positivi. Le persone in cerca di occupazione sono fortemente calate e il tasso di disoccupazione è sceso al valore più basso dal 2012. La diminuzione è stata più marcata per i giovani. Nostre analisi indicano che nel biennio 2015-16 gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato hanno favorito in modo particolare la classe di età tra i 15 e i 34 anni.
Le famiglie. Nel 2018 è continuata in regione la crescita del reddito e dei consumi delle famiglie avviatasi nel 2015, favorita dal miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Il Piemonte si caratterizza nel confronto nazionale per una minore disuguaglianza nella distribuzione dei redditi da lavoro e per una quota di famiglie in povertà assoluta di poco più bassa. L’indebitamento delle famiglie per l’acquisto di case è ancora salito, favorito dai bassi tassi d’interesse. Le compravendite di abitazioni sono ulteriormente aumentate; vi si è associata una stabilizzazione dei prezzi, dopo sei anni di calo. Anche il credito al consumo ha continuato a crescere. Il risparmio si è ancora indirizzato verso i conti correnti, nonostante gli esigui rendimenti offerti. Si è intensificato il calo del valore dei titoli depositati in custodia presso le banche; vi ha influito l’andamento delle quote di fondi comuni, tornate a scendere dopo sei anni di aumento.
Il mercato del credito. È continuata nel 2018 la moderata crescita dei prestiti al settore privato non finanziario. La qualità del credito è ulteriormente migliorata. L’incidenza dello stock di crediti deteriorati sui prestiti è ancora scesa, beneficiando anche delle ingenti operazioni di cessione e di stralcio delle sofferenze effettuate dalle banche. È proseguita la riorganizzazione della rete territoriale e dei canali distributivi delle banche. Il numero di sportelli è ulteriormente sceso, mentre è aumentata la diffusione degli altri canali di contatto con la clientela. Il ricorso a strumenti di pagamento alternativi al contante è salito notevolmente negli ultimi anni, sostenuto dalle transazioni con carte di pagamento.
La finanza pubblica. Nel 2018 la spesa corrente in termini di cassa degli Enti territoriali piemontesi è aumentata e quella per investimenti pubblici, frenata negli anni precedenti da numerosi vincoli, ha mostrato segnali di ripresa. Vi ha contribuito in parte l’accelerazione nell’attuazione dei programmi comunitari gestiti a livello regionale. Parallelamente, sono salite le entrate, riflettendo anche sfasamenti temporali negli incassi di alcuni tributi. Nel complesso il prelievo fiscale sulle famiglie da parte degli Enti locali piemontesi, in base a nostre stime, è superiore a quello della media delle regioni a statuto ordinario. I Comuni della regione si caratterizzano nel confronto nazionale per una capacità di riscossione lievemente superiore. Lo stock complessivo del debito delle Amministrazioni locali piemontesi è calato nel 2018, ma rimane notevolmente più alto della media nazionale in termini pro capite.