Dal rapporto diffuso dalla Banca d’Italia sull’economia della Regione Lazio, emerge come 2018 l’attività economica sia cresciuta in misura contenuta, più lentamente dello scorso anno e della media nazionale. Gli investimenti sono solo moderatamente aumentati, le esportazioni di beni diminuite e l’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile.
Le imprese. La crescita nel comparto industriale è stata frenata dal calo delle esportazioni, che ha interessato soprattutto i principali settori di specializzazione regionale (mezzi di trasporto e chimico-farmaceutico). Nelle costruzioni non si sono registrati sensibili segnali di recupero dei livelli produttivi; nel settore immobiliare è proseguito l’aumento delle transazioni mentre i prezzi sono ulteriormente diminuiti, anche per la presenza di uno stock di rimanenze storicamente elevato. Per le imprese dei servizi la dinamica è stata modesta, penalizzata dal rallentamento dei consumi, nonostante il comparto del turismo abbia proseguito a espandersi. Nella Capitale, il forte aumento delle presenze turistiche degli ultimi due decenni si è accompagnato a un calo della spesa pro capite dei viaggiatori stranieri più pronunciato della media italiana. Nel 2018 la domanda di finanziamenti delle imprese, in particolare per attività d’investimento, è stata debole; i prestiti, al netto di alcune operazioni straordinarie compiute da primari gruppi con sede in regione, hanno ristagnato. È proseguito il miglioramento della redditività iniziato con la ripresa ciclica nel 2015; le politiche di offerta delle banche sono rimaste nel complesso distese, sebbene emergano alcuni segnali di irrigidimento sulle quantità offerte.
Il mercato del lavoro. L’occupazione è rimasta pressoché stabile mentre ha proseguito a crescere in ambito nazionale. Sono aumentati gli occupati nel settore industriale e i lavoratori più anziani, con almeno 45 anni di età, ancora per effetto delle riforme pensionistiche che hanno allungato la vita lavorativa, mentre per la prima volta dal 2011 sono diminuiti gli occupati nei servizi. Il tasso di disoccupazione è aumentato, anche per effetto dell’aumento dell’offerta di lavoro, sul quale ha influito la riduzione del fenomeno dello scoraggiamento.
Le famiglie. I redditi hanno proseguito a espandersi lentamente e i consumi hanno registrato un aumento più contenuto di quello dell’anno precedente. I bassi tassi d’interesse hanno ancora favorito il ricorso ai mutui e al credito al consumo, entrambi aumentati. Il debito delle famiglie in rapporto al reddito è rimasto stabile, sui valori di inizio decennio e superiore alla media nazionale, per il maggiore indebitamento finalizzato all’acquisto dell’abitazione. Nel 2018 è rimasto elevato l’ammontare delle surroghe dei mutui, sebbene in diminuzione rispetto al triennio precedente.
Il mercato del credito. Nel 2018 il credito alle famiglie e alle imprese si è espanso, sostenuto dalle richieste di finanziamenti che hanno tuttavia risentito di alcune operazioni straordinarie realizzate da grandi aziende. Con l’eccezione del comparto delle costruzioni, la qualità del credito bancario è migliorata ulteriormente per le imprese, grazie al recupero della redditività, ed è rimasta su valori storicamente contenuti per le famiglie. È proseguita la diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante, che nel Lazio risultano mediamente più utilizzati della media nazionale.
La finanza pubblica. Nel 2018 la spesa corrente degli Enti territoriali è diminuita, dopo il significativo aumento del 2017 dovuto ad alcune operazioni contabili straordinarie; al netto di esse la spesa corrente sarebbe aumentata. La spesa per investimenti, che rappresenta circa il 60 per cento della spesa in conto capitale degli Enti territoriali, è ulteriormente calata. Le entrate correnti, influenzate anch’esse nel 2017 da operazioni straordinarie, sono diminuite; al netto di queste componenti le entrate nel 2018 sarebbero aumentate. Nel complesso, la pressione fiscale locale sulle famiglie si è mantenuta stabile, al di sopra di quella delle altre regioni a statuto ordinario (RSO). Il debito delle Amministrazioni locali del Lazio, in termini pro capite sensibilmente superiore a quello medio nazionale e delle altre RSO, è ulteriormente aumentato.