Secondo quanto emerso dal Rapporto annuale della Banca d’Italia, nel 2018 è proseguita l’espansione dell’economia lucana; il settore industriale ha continuato a sostenere la ripresa per effetto soprattutto dell’andamento del comparto estrattivo e dell’automotive, consentendo, dopo oltre un decennio, il ritorno del valore aggiunto regionale sui livelli precedenti la crisi economico-finanziaria.
Le imprese. Nel 2018 l’attività nel settore industriale è aumentata rispetto all’anno precedente grazie al positivo andamento del manifatturiero e dell’estrattivo. Nel manifatturiero la crescita è stata diffusa tra classi dimensionali di imprese e ha riguardato anche il comparto autoveicoli, che ha beneficiato della dinamica delle vendite all’estero; nel settore estrattivo è proseguito il significativo aumento della produzione di idrocarburi. È continuata inoltre la crescita degli investimenti. La ripresa non si è invece estesa alle costruzioni, dove l’attività ha complessivamente ristagnato, risentendo delle difficoltà del comparto delle opere pubbliche e del residenziale, che ha registrato un ulteriore calo delle compravendite. Segnali di vitalità emergono solo nell’area materana. Il settore dei servizi è risultato sostanzialmente stabile: il commercio ha continuato a risentire della debolezza dei consumi; il comparto turistico ha invece registrato un ulteriore incremento delle presenze di italiani e stranieri: la dinamica, in forte accelerazione durante lo scorso quinquennio, ha beneficiato della nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Il settore agricolo ha registrato un calo del valore aggiunto, per effetto della flessione nella produzione di molte delle principali colture. I finanziamenti bancari alle imprese hanno continuato a crescere nel 2018, sostenuti dal moderato aumento della domanda. La dinamica positiva ha riguardato solo le imprese non rischiose di ogni classe dimensionale. Il ricorso diretto al mercato dei capitali o agli intermediari specializzati nella finanza d’impresa è rimasto su livelli trascurabili, pur in presenza di qualche importante iniziativa nel private equity.
Il mercato del lavoro. Nel 2018 la dinamica positiva della congiuntura si è riflessa sull’occupazione dipendente, il cui aumento è stato tuttavia più che compensato dal calo dei lavoratori autonomi; nel complesso il numero di occupati si è pertanto lievemente ridotto, a seguito soprattutto dell’andamento negativo dell’ultimo trimestre dell’anno. Il calo dell’occupazione si è associato a una diminuzione della popolazione in età da lavoro, riconducibile anche alle tendenze migratorie in atto da tempo; il tasso di occupazione è quindi rimasto stabile.
Le famiglie. La dinamica del reddito e dei consumi delle famiglie ha beneficiato solo in parte degli andamenti congiunturali, continuando ad essere debole; i redditi delle famiglie lucane restano di oltre un decimo inferiori ai livelli pre-crisi. Anche l’incidenza della povertà, sebbene in flessione rispetto ai livelli massimi raggiunti all’apice della crisi, è ancora superiore al periodo pre-crisi e più elevata rispetto alla media nazionale. I prestiti alle famiglie sono ulteriormente aumentati; la crescita ha riguardato sia i mutui sia il credito al consumo. È proseguito l’incremento dei depositi in conto corrente ed è tornato ad aumentare l’investimento in titoli di Stato italiani, dopo il calo degli anni precedenti; gli investimenti in fondi comuni sono invece diminuiti, in controtendenza rispetto all’andamento degli ultimi anni.
Il mercato del credito. Nel 2018 il numero di sportelli bancari in regione ha ripreso a ridursi in misura consistente, in linea con l’andamento registrato in Italia. Al calo del numero di sportelli si è associata una maggiore diffusione dei canali alternativi di contatto con la clientela. L’utilizzo degli strumenti di pagamento diversi dal contante resta inferiore alla media nazionale. I prestiti bancari al complesso dell’economia lucana sono aumentati, sebbene in misura meno intensa rispetto al 2017. La qualità del credito ha continuato a migliorare; in particolare si è intensificata la riduzione delle sofferenze accumulate durante la crisi, anche grazie alle cessioni e agli stralci di tali crediti dai bilanci bancari.
La finanza pubblica. Nel 2018 la spesa corrente degli enti territoriali lucani è cresciuta per effetto soprattutto dell’andamento del costo della sanità, che rappresenta la principale voce di spesa corrente degli enti locali. Anche la spesa in conto capitale è aumentata a causa soprattutto dell’incremento dei contributi erogati alle imprese, sostenuti dall’accelerazione della spesa relativa ai programmi comunitari; gli investimenti si sono invece ridotti, pur mostrando un’inversione di tendenza a partire dagli ultimi mesi dell’anno. Nel complesso gli enti territoriali lucani hanno evidenziato saldi di bilancio positivi o moderatamente negativi, salvo poche rilevanti eccezioni. I Comuni in crisi finanziaria sono pochi e rappresentano una quota della popolazione regionale contenuta e inferiore alla media nazionale; tuttavia circa la metà dei Comuni presenta comunque elementi di criticità finanziaria.