Torna a scuotere i mercati l’allarme recessione, affondando il rendimento dei titoli di Stato statunitensi e riaccendendo il rally di oro e argento. Quest’ultimo in particolare ha rotto un’importante resistenza tecnica, per volare di oltre il 3% e superare la soglia dei 18 dollari l’oncia, spingendosi fino a 18,20 $, un record da settembre 2017.
Ottimi risultati per l’oro. L’oro ha registrato un rialzo superiore all’1%, sfiorando quota 1.545 $/oncia sul mercato spot londinese, non lontano dal massimo da sei anni raggiunto lunedì (1.554,56 $). Lo strappo è arrivato dopo l’accentuarsi dell’inversione della curva dei rendimenti dei Treasuries, un indicatore che segnala il probabile arrivo di una recessione: il decennale è crollato sotto l’1,5% e lo spread a vantaggio della scadenza a due anni si è ampliato fino a 5,16 basis points, un record dal 2007.
Cala la fiducia dei consumatori. L’andamento dei bond ha fatto invertire la tendenza anche ai listini azionari a Wall Street, spingendoli in terreno negativo. Oltre alla guerra dei dazi, incidono pesantemente i dati poco incoraggianti sull’economia Usa. Ad agosto, infatti, la fiducia dei consumatori è diminuita, mentre la crescita dei prezzi di nuovi immobili è stata la più bassa da 7 anni.