Un detto popolare recita: quando i somari litigano i barili si rompono ed è, in parte, quello che sta succedendo nella guerra commerciale tra USA e Cina: quando due grandi potenze economiche si scontrano chi sta nel mezzo sicuramente rischia di uscirne danneggiato. È il caso dell’Europa e più in particolare della Germania, per anni la locomotiva dell’Unione, che adesso sta andando incontro ad un periodo di contrazione delle esportazioni proprio a causa delle misure protezionistiche prospettate da Donald Trump nei confronti delle merci provenienti anche dal Vecchio Continente. Per un paese esportatore come la Germania che ha un grosso surplus commerciale, eventuali dazi e chiusure del marcato rischiano di mettere a repentaglio alcuni settori strategici dell’industria tedesca, primo fra tutti il mercato dell’auto che rischia di vedere una contrazione di circa 8 punti sul totale delle esportazioni di giugno rispetto al 2018.
Il settore auto tedesco. La prima economia d’Europa ha tra i suoi settori strategici quello dell’auto: la chiusura degli scenari economici nei paesi verso i quali esporta di più che sono per l’appunto Stati Uniti e Cina, insieme alla grossa campagna di investimenti nel settore che sta portando avanti la superpotenza asiatica, mette a rischio il mercato automobilistico: Daimler vede al ribasso i profitti del 2019, BMW per la prima volta perde denaro nel primo quadrimestre mentre l’amministratore di Volkswagen, in una sua dichiarazione, analizza questo periodo economico in un’ottica sfidante imposta dal contesto protezionistico.
Tecnologia. Anche le aziende americane hanno i loro problemi e la Apple al momento si vede in difficoltà nella sfida continua con i suoi competitor, primo fra tutti Samsung che non ha linee di produzione attive in Cina al contrario dell’azienda di Cupertino che dovrà fronteggiare un aumento del 10% sui dazi imposti da Trump sulle importazioni. Una leggera apertura da parte di Trump sulla questione arriva dopo l’incontro del 16 agosto tra il presidente americano e l’amministratore delegato di Apple Tim Cook: << Ho molto rispetto per Tim Cook, mi ha parlato dei dazi e mi ha fatto notare come Samsung, principale rivale, non ne risentirà in quanto ha la sede in Corea del Sud. La situazione quindi non è semplice per Apple se il maggior concorrente sul mercato non è costretto a subire la stessa sorte. Tim è stato molto convincente in questa discussione: sarà un argomento su cui dovrò riflettere>>
Lo spettro della recessione. In questo contesto e forse anche a causa delle dinamiche internazionali si comincia ad intravedere lo spettro di una recessione che, seppur non grave come quella del 2008 – 2009, potrebbe rallentare le economie mondiali, lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha definito questo periodo come “delicato”. I principali indicatori forieri di recessione come la contrazione del PIL tedesco, le inversioni dei rendimenti dei titoli di Stato e il rallentamento dell’economia cinese, preoccupano soprattutto gli Stati con i conti in una situazione delicata come l’Italia che, durante un’eventuale recessione, potrebbe trovarsi nella condizione di non potersi permettere misure anti cicliche per aumentare la domanda interna e fronteggiare il generale rallentamento dell’economia. Se la Germania dovesse subire un calo delle esportazioni e quindi un calo della domanda, la situazione sarebbe complicata anche per tutti i paesi europei che sono legati alla sua economia. In pratica: ”Insieme staranno oppure insieme cadranno”.