Nel primo trimestre 2019, il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 4,1% (4,2% nello stesso trimestre del 2018). Lo rende noto oggi l’Istat diffondendo i dati su “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società” relativi al primo trimestre 2019.
Secondo l’Istituto, il saldo primario delle Ap (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil dell’1,3% (-0,9% nel primo trimestre del 2018). Il saldo corrente delle Ap è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6% (-1,5% nel primo trimestre del 2018). La pressione fiscale è risultata del 38,0%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Stando ai dati diffusi, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti in termini nominali dello 0,2%. Di conseguenza – spiega l’Istat – la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
L’Istat precisa anche che a fronte di una variazione nulla del deflatore implicito (ovvero l’indice numerico, calcolato sulla base dell’andamento inflazionistico) dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è anch’esso cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,9%. La quota di profitto delle società non finanziarie è scesa al 40,7%, 0,6 punti percentuali più bassa rispetto al trimestre precedente – conclude l’Istituto – il tasso di investimento del settore, pari al 21,1%, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.