Le turbolenze geopolitiche, associate alla riduzione dei flussi di commercio mondiale, hanno influenzato negativamente le prospettive internazionali. In questo contesto, la crescita economica per l’area dell’euro è attesa rallentare. Lo conferma l’Istat nella nota “Euro – zone economic outlook.”
Le spese per consumi privati costituiranno il principale sostegno alla crescita mentre gli investimenti fissi lordi forniranno un contributo più contenuto. – spiega l’Istat – L’inflazione è attesa attestarsi sul livello dell’1% fino alla fine dell’anno per poi riprendere ad aumentare all’inizio del 2020. I rischi per le prospettive sono al ribasso – si legge nella nota – e continuano a provenire dalle tensioni commerciali a livello mondiale e dalla gestione, ancora incerta, della Brexit.
Il confronto. Dopo l’espansione dello 0,4% nel primo trimestre 2019, l’Istat aveva rilevato come il Pil dell’area dell’euro potesse rallentare nel secondo trimestre, condizionato dalla prevista flessione della produzione industriale. Mentre nei trimestri successivi l’Istituto aveva stimato un lieve recupero (+0,4% in entrambi i successivi trimestri). L’inflazione annua, secondo l’Istat, avrebbe potuto segnare un nuovo rallentamento, condizionata dall’andamento dei prezzi energetici.