Nel 2020, sulla base delle stime del modello di microsimulazione dell’Istat, l’intervento pubblico, realizzato attraverso l’imposizione fiscale e contributiva e i trasferimenti monetari, ha determinato una riduzione della diseguaglianza di 14,1 punti percentuali dell’indice di Gini: da un valore di 44,3 punti misurato sul reddito primario a uno di 30,2 in termini di reddito disponibile.
L’importanza degli altri trasferimenti è aumentata significativamente nel 2020, sia per la voce lavoro, come la Cassa integrazione guadagni (Cig), sia per la famiglia, come il Reddito di cittadinanza (RdC). A questi flussi sono stati aggiunti dei trasferimenti straordinari per fronteggiare il Covid-19.
Le misure straordinarie implementate nel 2020 (Reddito di emergenza, bonus per i lavoratori autonomi e bonus colf) hanno contribuito, insieme all’ampliamento nell’utilizzo di quelle già esistenti (RdC e Cig), a sostenere i redditi delle famiglie, pesantemente condizionati dalla crisi economica, riducendo la diseguaglianza, rispetto a uno scenario alternativo caratterizzato dall’assenza di tutte le misure citate. L’indice di Gini si riduce da 31,8 a 30,2 e il rischio di povertà dal 19,1 al 16,2%.
Le misure straordinarie per la pandemia da Covid-19 hanno avuto come obiettivo il sostegno al reddito di alcune categorie di individui, particolarmente colpite dalla crisi. Le misure per il Covid-19 considerate nelle simulazioni hanno consentito di ridurre il rischio di povertà dei disoccupati di circa 6,9 punti percentuali, di 3,5 punti per gli inattivi e di 2,6 punti per i lavoratori autonomi.
In attesa della riforma complessiva del welfare, nella seconda metà del 2021 verranno erogate due misure dedicate ai figli: l’assegno temporaneo per i figli minori e una maggiorazione dell’assegno al nucleo familiare per le famiglie con figli. Entrambe le misure risultano progressive rispetto al reddito delle famiglie e determinano una lieve riduzione dell’indice di Gini da 30,2 a 29,9 (-0,3 punti).