Continua l’espansione delle multinazionali estere in Italia e delle italiane all’estero nel 2017. Le prime consolidano il contributo positivo alla crescita del sistema produttivo italiano, le seconde rafforzano la prospettiva di crescente apertura e integrazione internazionale. A rilevarlo è l’Istat in una nota.
I dati. In Italia sono attive 14.994 imprese a controllo estero, – spiega l’Istituto – le quali occupano quasi 1,4 milioni di addetti (+4,0% rispetto al 2016), fatturano (al netto di attività finanziarie e assicurative) oltre 572 miliardi di euro (+6,1%), realizzano un valore aggiunto di quasi 119 miliardi di euro (+5,0%i) e quasi 17 miliardi di investimenti fissi lordi. Contribuiscono inoltre alla spesa in ricerca e sviluppo per oltre 3,3 miliardi.
Le classifiche. I primi dieci paesi di residenza delle multinazionali estere per numero di imprese controllate in Italia – si legge nella nota – assorbono l’86,9% degli addetti, l’82,3% del fatturato e l’85,3% del valore aggiunto. Gli Stati Uniti sono il paese con il più elevato numero di imprese e addetti a controllo estero in Italia (2.314 imprese, con oltre 284 mila addetti). Segue la Germania, con 2.073 imprese e quasi 181 mila addetti, e la Francia con 1987 imprese e oltre 271 addetti.
Il confronto. Nel biennio 2017-2018, – prosegue l’Istat – il 30,9% delle imprese industriali a controllo estero e il 26,5% di quelle dei servizi dichiarano di beneficiare di trasferimenti di conoscenze scientifiche e tecnologiche dall’estero per il tramite del gruppo di appartenenza. Significativi sono i segnali rilevati riguardo ai trasferimenti dalle controllate estere residenti in Italia verso la casa madre e le altre affiliate del gruppo residenti all’estero.
I trasferimenti di competenze. Il 22,9% delle imprese industriali a controllo estero e il 13,5% di quelle dei servizi – si legge ancora – hanno infatti indicato di realizzare verso l’estero trasferimenti di conoscenze scientifiche e tecnologiche. I trasferimenti dall’estero di competenze manageriali e commerciali hanno invece interessato il 42,1% delle controllate estere attive nell’industria e il 40,1% delle controllate estere attive nei servizi.
Un nuovo investimento di controllo. Il 45,6% dei principali gruppi multinazionali italiani attivi nell’industria e il 45,3% di quelli dei servizi hanno dichiarato di aver realizzato o progettato per il biennio 2018-2019 un nuovo investimento di controllo all’estero. Più contenuta, anche se rilevante, – conclude l’Istituto – è la propensione all’investimento estero dei gruppi multinazionali di medio-grande dimensione, con una quota pari al 28,3% nell’industria e al 23,5% nei servizi. Seguono i gruppi multinazionali di piccola dimensione, con una quota del 13,5% nell’industria e del 7,7% nei servizi.