I casalinghi, uomini la cui ‘attività’ sta nel badare alla casa, hanno raggiunto quota 100 mila nella classe 15-64 anni, in cui rientrano le persone in età da lavoro. Rispetto allo scorso anno, quando erano 81 mila, l’aumento è del 24,3%. E’ quanto emerge dai dati Istat aggiornati al primo trimestre 2019.
Il confronto con l’Italia pre-crisi. Oggi sono quattro volte tanti (nel 2007 erano 25 mila). Al contrario – spiega l’Istat – le donne che si dichiarano casalinghe tra i 15 e i 64 anni sono 4,187 milioni, in discesa dell’1,6% su base annua e del 17,5% rispetto al 2007. Guardando a tutte le over15, considerando anche le anziane, si contano nei primi mesi del 2019 quasi tre milioni di casalinghe in più (2.932) rispetto al dato che considera solo le donne in età da lavoro. In totale quindi si tratta di 7,119 milioni di massaie. Ma il trend non cambia, – aggiunge l’Istituto – con un calo annuo dell’1,8% (erano 7,252 milioni nei primi trimestre del 2018).
La riduzione delle casalinghe. L’Istat rileva che a confronto con il 2007 la caduta è dell’11,3%, il che significa quasi oltre 900 mila in meno. La riduzione dell’esercito delle casalinghe ormai prosegue da tempo e a spron battente, ma non si tratta di una specie in via di estensione, visto che tra le under35 comunque se ne contano ancora 575 mila. Sempre in diminuzione ma comunque sopra il mezzo milione. Tra gli uomini invece nella fascia over15, considerando anche gli anziani over64 non più in età da lavoro, – conclude l’Istat – i casalinghi sono 132 mila. Anche in questo caso si tratta del livello più alto mai toccato da quando esiste la serie Istat (2004) e con tutta probabilità quindi da sempre. Tra gli under 35 se ne osservano ancora pochi, 20 mila.