Dopo il miglioramento di maggio, il clima di fiducia di consumatori e imprese nel mese di giugno torna a scendere. Secondo quanto emerge dalle rilevazioni dell’Istat, si stima una flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori che passa da 111,6 a 109,6 registrando un differenziale negativo di oltre 2 punti. Anche per l’indice composito del clima di fiducia delle imprese la dinamica è negativa: si passa da 100,2 a 99,3.
Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori – fa sapere l’Istituto di Statistica – sono in calo, seppur con intensità diverse: il clima economico e quello futuro registrano una diminuzione più marcata mentre la flessione è più contenuta per il clima personale e per quello corrente. Più in dettaglio, il clima economico passa da 125,5 a 120,9, il clima futuro diminuisce da 115,6 a 112,3, il clima personale flette da 107,4 a 105,6 e il clima corrente cala da 109,6 a 107,6.
Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia registra una flessione nel comparto manifatturiero e, soprattutto, nelle costruzioni (l’indice cala, rispettivamente, da 101,9 a 100,8 e da 144,3 a 140,9); nei servizi l’indice registra una diminuzione più contenuta (da 99,3 a 98,9) mentre nel commercio al dettaglio sale da 102,7 a 104,7.
Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nell’industria manifatturiera si rileva un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione; il saldo relativo alle scorte di magazzino – continua l’Istat – è in aumento. Nelle costruzioni la dinamica negativa dell’indice è trainata dal deciso ridimensionamento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda a cui si unisce un peggioramento dei giudizi sugli ordini.
Con riferimento al settore dei servizi, si segnala il peggioramento dei giudizi sugli ordini e sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini sono in aumento. Nel commercio al dettaglio, l’incremento dell’indice è dovuto al miglioramento dei giudizi e, soprattutto, a quello delle attese sulle vendite, diffuso sia alla grande distribuzione sia a quella tradizionale. Il saldo dei giudizi sul livello delle giacenze – conclude la nota – diminuisce.