Dal recente Rapporto sulle economie regionali svolto dalla Banca d’Italia, per l’economia delle province autonome di Trento e Bolzano è emerso che il prodotto interno lordo ha registrato un incremento leggermente superiore alla media nazionale e prossimo all’1 per cento. Partendo da questo scenario abbiamo intervistato il presidente di Confindustria Trentino Alto Adige Stefan Pan che ci ha spiegato meglio le dinamiche dell’economia della regione, i punti di forza e le leve su cui puntare.
Dalla fotografia fatta dalla Banca d’Italia, il PIL nelle province autonome di Trento e Bolzano ha registrato un incremento superiore a quello medio nazionale. Anche la crescita dei consumi e degli investimenti ha avuto riscontro positivo. Come commenta questi dati? Le nostre imprese regionali hanno saputo puntare sui propri punti di forza: una specializzazione intelligente che le ha reso ancora più competitive in quei settori in cui erano già all’avanguardia. La strategia di coniugare la vocazione ad una produzione legata al territorio e incentrata su settori come alimentare, legno, tecnologie alpine ad un forte orientamento all’innovazione e ai mercati internazionali è stata vincente. La crescita dell’export in questi anni ha permesso alla nostra economia regionale di continuare a crescere e di creare nuovi posti di lavoro. L’aumento dell’occupazione a sua volta ha contribuito ad un maggiore benessere tra le famiglie spingendo i consumi. E per mantenere la competitività sui mercati internazionali le nostre imprese, in particolare quelle manifatturiere sostenute anche dal piano nazionale Industria 4.0, hanno fortemente investito sull’innovazione e le nuove tecnologie.
In provincia di Trento, bene per il settore dell’industria manifatturiera mentre l’attività edilizia, seppur in ripresa, mostra ancora segni di sofferenza. In provincia di Bolzano, invece, emerge il contrario: va meglio per l’edilizia che continua ad espandersi ma il comparto industriale è in frenata. Cosa caratterizza questi due aspetti e quali le misure da mettere in campo per potenziare entrambi i settori? La differenza è data soprattutto dal fatto che la Provincia di Bolzano ha agganciato prima la ripresa economica grazie anche al forte legame con l’economia tedesca, verso cui vanno un terzo delle esportazioni altoatesine e da cui provengono una buona metà dei turisti. Il Trentino invece sta iniziato a recuperare maggiormente in questi ultimi mesi. Come proprio la Banca d’Italia ha notato, in entrambe le Province il vero punto di forza è stato il rilancio dell’industria. Quindi le misure che sostengono in maniera più duratura lo sviluppo economico e sociale sono quelle che rafforzano il manifatturiero. Per citarne alcune tra le più importanti: bisogna ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, realizzare infrastrutture e reti di collegamento moderne ed efficienti, sostenere la formazione di alta qualità in particolare per le materie tecniche.
Il lavoro. Le condizioni del mercato del lavoro sono positive tuttavia, si registra un’alta percentuale di contratti a tempo determinato. Secondo lei a cosa è legato questo aspetto e in che termini è opportuno cercare di puntare su un mercato del lavoro più “stabile”? L’elevata percentuale di contratti a tempo determinato è data in buona parte dal peso importante che nella nostra regione hanno settori economici fortemente stagionali come il turismo o l’agricoltura. Anche in questo caso i numeri ci indicano che i posti di lavoro più sicuri sono quelli dell’industria: in Trentino-Alto Adige quasi il 90 per cento dei contratti di lavoro nell’industria sono a tempo indeterminato. Posti di lavoro che non sono solo sicuri, ma anche meglio retribuiti rispetto alla media.
Resta alto il numero dei laureati che decidono di emigrare verso l’estero. Quali politiche bisognerebbe mettere in campo per contrastare questo fenomeno? Uno sforzo a cui siamo chiamati tutti insieme è far conoscere meglio l’eccellenza delle nostre imprese. Abbiamo molti “campioni nascosti”, leader di mercato a livello internazionale, che però sono poco conosciuti sul territorio. Creare entusiasmo tra i giovani talenti per queste imprese e per i posti altamente qualitativi che offrono è sicuramente una priorità. Altro tema di fondamentale importanza è un collegamento sempre maggiore con le nostre università di Trento e Bolzano: più sapremo rafforzare l’alleanza tra gli atenei e le imprese, maggiore sarà il numero di giovani laureati che resteranno sul territorio. In questo senso è importante sottolineare come le imprese stesse sono dei luoghi di formazione: vale per i giovani – pensiamo al sistema della formazione duale che è una best practice propria della nostra regione – ma anche per tutti gli altri collaboratori di un’impresa. Le aziende manifatturiere uniscono centro di ricerca e fabbrica produttiva, sono dei luoghi di intelligenza applicata, dove le idee vengono messe in pratica e trasformate in innovazioni di processo e di prodotto. E’ questo il messaggio che dobbiamo trasmettere ai nostri giovani talenti per riavvicinarli maggiormente alle nostre imprese.