Dal recente Rapporto sulle economie regionali svolto dalla Banca d’Italia, per l’economia romagnola è emersa la prosecuzione di una crescita già in atto seppur a ritmi più lenti. Le esportazioni hanno registrato un andamento favorevole, risentendo solo in parte del rallentamento del commercio mondiale. Anche gli investimenti hanno fornito un contributo positivo mentre l’incremento dei consumi privati è stato più contenuto. Nella seconda parte dell’anno sono emersi alcuni segnali di indebolimento tuttavia, per il 2019, le imprese si attendono una moderata espansione dell’attività. Partendo da questo scenario abbiamo intervistato il presidente di Confindustria Emilia Romagna Pietro Ferrari che ci ha spiegato meglio le dinamiche dell’economia romagnola, i punti di forza e le leve su cui puntare.
Dalla fotografia fatta dalla Banca d’Italia, l’economia dell’Emilia Romagna è in espansione soprattutto nei settori industriali dove la produzione e il fatturato sono aumentati anche e soprattutto grazie alla domanda proveniente dal mercato estero. Come commenta questo dato?I dati presentati recentemente dalla Banca d’Italia fotografano l’andamento del 2018, in cui l’economia dell’Emilia-Romagna ha continuato a crescere, per il quinto anno consecutivo, ma a ritmi più contenuti rispetto al passato. Avevamo visto i primi segnali di rallentamento già a partire dalla metà dell’anno scorso. I numeri oggi lo confermano: nei primi mesi del 2019 è peggiorato il clima di fiducia di imprese e famiglie. Su questo influiscono negativamente, oltre alle debolezze strutturali del Paese, la campagna elettorale permanente e una lettura dei fenomeni economici condizionata dal continuo scontro politico. L’export è da sempre un punto forte della nostra economia. Oggi la perdita di slancio del commercio internazionale si ripercuote sulle esportazioni, che ancora tengono ma che, insieme ad un andamento della domanda interna molto debole, fanno aumentare il rischio di un ulteriormente rallentamento. Anche per quest’anno, comunque, per l’Emilia-Romagna prevediamo una tenuta migliore rispetto alla media del Paese.
Quali sono a suo parere le priorità?La priorità per tutti oggi deve essere il rilancio dell’economia: è indispensabile focalizzare il dibattito politico sul tema della crescita, la reale priorità per imprese e per cittadini. È necessario rafforzare e sostenere il lavoro e le imprese attraverso politiche industriali che puntino a far ripartire gli investimenti pubblici e privati e costruire una visione di medio e lungo periodo per la crescita del Paese. In questa fase occorre dare certezze all’economia e alle imprese. Occorre sostenere la crescita dimensionale e gli investimenti delle PMI, con interventi collegati ad Industria 4.0, credito e finanza, formazione, ricerca e innovazione, internazionalizzazione.
Il lavoro. Il mercato del lavoro ha registrato un aumento degli occupati mentre il tasso di disoccupazione è diminuito, anche per i giovani. Quali politiche bisognerebbe mettere in campo per favorire il lavoro e l’imprenditoria?In questa fase bisogna dare certezze all’economia e alle imprese, sostenere la crescita dimensionale e gli investimenti delle PMI, con interventi collegati ad Industria 4.0, credito e finanza, formazione, ricerca e innovazione, internazionalizzazione, e intervenire sul cuneo fiscale. In Emilia-Romagna lavoriamo in stretta collaborazione con la Regione, anche attraverso il Patto per il lavoro. Le imprese hanno dato un convinto apporto alla realizzazione degli obiettivi del Patto attraverso investimenti, progetti di ricerca e innovazione e programmi di internazionalizzazione. I dati positivi dell’occupazione sono anche il frutto di questo impegno.
Il mercato del turismo ha riportato segni positivi ed è un ambito con forti potenzialità. Che cosa è stato fatto e cosa bisognerebbe fare per cogliere tutte le opportunità di crescita? La Regione Emilia-Romagna ha dato grande rilievo al turismo, e i risultati ci sono. Il sistema Confindustria è entrato a far parte delle Destinazioni turistiche, nuovi soggetti pubblici di area vasta: è stato riconosciuto il nostro ruolo anche in questo settore e la progettualità che possiamo esprimere grazie ad una visione “industriale” del turismo. Per sviluppare questo comparto è necessario investire sulle infrastrutture, in particolare sui collegamenti tra il capoluogo, le zone periferiche e la costa, ma anche sostenere progetti dei privati per l’ammodernamento e l’aggiornamento delle strutture e dare spazio a prodotti turistici innovativi e ai cosiddetti “nuovi turismi”, come quello enogastronomico e il cicloturismo. Nell’ottica di attrarre nuovi turisti, specie dall’estero, dobbiamo anche continuare ad investire sul Brand Emilia-Romagna declinato nelle valleys tematiche, come la Motor Valley, la Food Valley e la Wellness Valley, in cui la componente turistica si coniuga con quella produttiva.