Le cessazioni fino a luglio 2021 sono state in complesso 2.959.000, in lieve aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2%). Risultano in flessione le cessazioni dei contratti intermittenti (-18%), dei contratti a tempo determinato (-5%), stabili le cessazioni degli stagionali (-0,2%); per i contratti a tempo indeterminato si ha un aumento dell’11%, per i somministrati e gli apprendisti è pari al 18%. Quanto pubblicato in una nota di Inps.
Nel periodo gennaio-luglio 2021, sono stati 17.123 i rapporti di lavoro (10.061 assunzioni e 7.062 trasformazioni a tempo indeterminato) che hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017), valore in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-64%). Tale riduzione va valutata tenendo conto dell’istituzione dell’esonero per nuove assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di giovani (art.1 Legge n. 178/2020) reso operativo con messaggio Inps pubblicato nel corrente mese di ottobre ma al momento non ancora amministrativamente rilevabile.
LA CONSISTENZA DEI RAPPORTI DI LAVORO
Il saldo annualizzato – prosegue l’Istat – vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente).
Il saldo annualizzato è stato condizionato nel 2020 dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria: ha presentato un andamento negativo fino a settembre, un lieve recupero nei mesi di ottobre e novembre, ritornando poi negativo nei mesi invernali – contestualmente alla seconda ondata della pandemia – fino a febbraio 2021; da marzo si ha il ritorno alla crescita, rafforzatasi fino a giugno 2021, quando si è registrata una crescita di 687.000 posizioni di lavoro; nel mese di luglio tale crescita si è attenuata rimanendo comunque su valori elevati (+605.000) con un saldo positivo in tutte le tipologie contrattuali. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 170.000 unità mentre tutte le altre tipologie contrattuali evidenziano una variazione complessiva pari a quasi 435.000 unità.
Se confrontiamo la situazione a luglio 2021 con quella a luglio 2019 registriamo un saldo decisamente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+393.000): si sommano infatti risultati positivi sia nella prima che nella seconda annualità considerata; per l’insieme degli altri contratti, solo grazie al forte recupero degli ultimi mesi si registra, rispetto a luglio 2019, una variazione modestamente positiva (+44.000).
IL LAVORO OCCASIONALE
La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a luglio 2021 si attesta intorno alle 17.000 unità (in aumento del 3% rispetto allo stesso mese del 2020); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 287 euro.
Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a giugno 2021 essi risultano circa 11.000, in flessione del 96% rispetto a luglio 2020, mese in cui si era registrato un forte sviluppo dell’utilizzo del Libretto Famiglia da ricondurre all’introduzione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dal DL n. 18/2020 (decreto “Cura Italia”); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 190 euro.