Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel primo semestre del 2021 sono state 3.323.000, con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+23%) dovuto principalmente alla crescita iniziata a marzo 2021. L’aumento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni di contratti stagionali (+68%) e in somministrazione (+34%); pressoché stabili risultano invece le assunzioni a tempo indeterminato (+2%). Questo in una nota dell’Inps.
Dati gli effetti diffusi e trasversali, l’aumento ha riguardato nel secondo trimestre le assunzioni per tutte le classi dimensionali e per tutte le tipologie orarie. Le trasformazioni da tempo determinato nei sei mesi del 2021 sono risultate 214.000, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2020 (-21%); nel secondo trimestre 2021 si sono registrate comunque variazioni positive. Nello stesso periodo le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano essere aumentate del +21%.
Le cessazioni nel primo semestre del 2021 sono state in complesso 2.397.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3%). Risultano in flessione le cessazioni dei contratti intermittenti (-21%), dei contratti a tempo determinato e stagionali (-11%); per i contratti a tempo indeterminato nei mesi
di gennaio e febbraio si è registrata una riduzione del 32%, mentre da marzo si ha un’inversione parallela a quanto registrato per le assunzioni. I licenziamenti economici relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato – anche se ancora bloccati, salvo particolari fattispecie – nel secondo trimestre del 2021 sono aumentati del 29% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente; maggiore risulta l’incremento dei licenziamenti disciplinari: +67%. Comunque, le cessazioni per dimissioni costituiscono la tipologia di cessazioni che ha evidenziato nel medesimo periodo l’incremento più consistente (+91%).
Nel periodo gennaio-giugno 2021, sono stati 14.364 i rapporti di lavoro (8.621 assunzioni e 5.743 trasformazioni a tempo indeterminato) che hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017),
valore in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (- 70%). Tale riduzione va valutata tenendo conto dell’istituzione dell’esonero per nuove assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di giovani previsto dalla legge n. 178/2020 che, essendo ancora in attesa dell’autorizzazione da
parte della Commissione europea, non è amministrativamente rilevabile. Nel corso del primo semestre 2021 138.000 attivazioni a tempo indeterminato hanno beneficiato della de-contribuzione per il Sud. Nel complesso, considerando tutte le misure e anche le agevolazioni per la trasformazione da apprendistato in tempo indeterminato, si registra che sull’insieme di circa 950.000 attivazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato quelle agevolate risultano 356.000 con un’incidenza pari al 37%. Per maggiori approfondimenti sugli incentivi si rimanda al Focus che sarà pubblicato il prossimo 23 settembre.
LA CONSISTENZA DEI RAPPORTI DI LAVORO (ULTIMI 12 MESI)
Il saldo annualizzato – prosegue L’INPS – vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno
precedente). Il saldo annualizzato ha risentito per larga parte del 2020 delle conseguenze dell’emergenza sanitaria presentando un andamento negativo fino a settembre, un lieve recupero nei mesi di ottobre e novembre, ritornando poi a risultare negativo nei mesi invernali fino a febbraio 2021. Da marzo si ha il ritorno alla crescita, rafforzatasi mese dopo mese tanto che a giugno 2021 si registrano 677.000 posizioni di lavoro in più rispetto al giugno 2020, con un saldo positivo generalizzato a tutte le tipologie contrattuali.
In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva è pari a 178.000 unità mentre tutte le altre tipologie contrattuali evidenziano una variazione complessiva pari a quasi 500.000 unità. Se confrontiamo la situazione a giugno 2021 con il giugno 2019 (quindi con il momento di picco pre-pandemico
dell’occupazione dipendente) registriamo un saldo decisamente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+419.000: si sommano risultati positivi sia per la prima che la seconda annualità considerata) mentre per i restanti contratti, nonostante il forte recupero degli ultimi mesi, rispetto al giugno 2019 si registra una variazione ancora modestamente negativa (- 41.000).