Nel mese di giugno 2019, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,7% su base annua (era +0,8% a maggio); la stima preliminare era +0,8%. Si tratta di dati che emergono dall’Istat nella nota dedicata ai “Prezzi al consumo.”
La lieve decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente all’inversione di tendenza dei Beni energetici non regolamentati (che passano da +2,4% a -0,6%) e all’ampliarsi della flessione di quella dei Beni durevoli (da -1,2% a -1,9%) – spiega l’Istat – questi andamenti sono stati in parte mitigati dalla crescita dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,3%) e dall’attenuazione della flessione di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -7,2% a -5,9%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici – prosegue l’Istituto – rimangono entrambe stabili, rispettivamente a +0,4% e a +0,5%. Il lieve aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,1%) – conclude l’Istat – su cui incidono fattori stagionali, e che prevale sul calo dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,1%), dei Beni durevoli (-0,8%) e dei Beni energetici non regolamentati (-0,7%).