A gennaio si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 5,3%, recuperando ampiamente il calo registrato a dicembre dello scorso anno (-2,8%). Nella media degli ultimi tre mesi l’indice complessivo è cresciuto dello 0,4% rispetto alla media dei precedenti tre. Lo rileva l’Istat in una nota.
I dati. Anche gli ordinativi registrano a gennaio incrementi congiunturali, su base sia mensile (+1,2%), sia trimestrale (+1,9%). La dinamica congiunturale del fatturato riflette aumenti sostenuti su entrambi i mercati: +4,7% quello interno e +6,5% quello estero. Per gli ordinativi – sottolinea l’Istituto – l’incremento congiunturale è sintesi di una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-3,7%) e di una marcata crescita di quelle provenienti dall’estero (+9,1%).
I raggruppamenti principali di industrie. A gennaio tutti gli indici destagionalizzati del fatturato segnano marcati aumenti congiunturali: +7,8% i beni strumentali, +7,7% l’energia, +5,1% i beni intermedi e +2,9% i beni di consumo. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2019), – prosegue l’Istat – il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 3,8%, con incrementi del 3,3% sul mercato interno e del 4,5% su quello estero.
Il comparto manufatturiero. Il settore dei mezzi di trasporto registra la crescita tendenziale più rilevante (+14,4%), mentre l’industria della raffinazione del petrolio mostra il calo maggiore (-1,6%). In termini tendenziali, l’indice grezzo degli ordinativi diminuisce dell’1,8%, con una leggera flessione delle commesse provenienti dal mercato interno (-0,6%) e una diminuzione più marcata per quelle provenienti dal mercato estero (-3,4%). La maggiore crescita tendenziale – conclude l’Istat – si registra nell’industria farmaceutica (+6,6%), mentre il peggior risultato si rileva nell’industria dei computer e dell’elettronica (-12,9%).