In Italia oggi più di 1 milione di bambini vive in povertà assoluta e 1 milione in povertà relativa. L’attuale crisi avrà un impatto drammatico sulla crescita della povertà assoluta, già triplicata negli ultimi 10 anni, colpendo bambini che vivono in famiglie già deprivate o in famiglie che si misureranno per la prima volta con un rapido e inaspettato processo di impoverimento. Ma la povertà dei bambini non è quella degli adulti in miniatura: non colpisce solo il presente, ma pregiudica il futuro, con danni spesso irrecuperabili. Lo afferma Save the Children che lancia la campagna nazionale ‘Riscriviamo il Futuro’ per sostenere il percorso educativo di bambine, bambini e adolescenti che vivono nei contesti più deprivati.
La povertà educativa. Strettamente legata alla povertà economica vi è infatti la povertà educativa, ossia l’impossibilità per i minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Combattere la povertà materiale oggi più che mai non basta quindi per liberare le opportunità del domani per i bambini. L’educazione è la chiave per il loro sviluppo e per la crescita, anche produttiva, del nostro Paese. Con la campagna ‘Riscriviamo il Futuro’ – prosegue Save the Children – chiediamo al Governo di riscrivere il futuro dell’Italia e aiutare i bambini a uscire dalla povertà educativa con un piano per l’infanzia e l’adolescenza e una unità di missione che ne coordini l’attuazione.
Scuole chiuse e dispersione scolastica. La crisi sociale ed economica ha risvolti pesanti sul fronte educativo: l’emergenza Coronavirus e la chiusura prolungata delle scuole sta colpendo molti bambini e adolescenti che rischiano di rimanere isolati rispetto alla loro classe e non raggiunti dalla didattica a distanza. Questa situazione sta facendo sparire dal radar molti studenti a rischio, nonostante l’impegno di insegnanti e dirigenti per contattarli uno ad uno e l’intervento di molte associazioni che affiancano le scuole e i loro alunni garantendo il sostegno della comunità educante.
Non frequentare la scuola per questi bambini significa non solo perdere opportunità di apprendimento, ma precipitare ai margini. Per un bambino che vive in contesti svantaggiati anche i tre mesi di vacanza estiva rischiano di causare una perdita di apprendimento rispetto ai coetanei in condizioni di vantaggio socio-economico e oggi siamo di fronte allo scenario di mesi di chiusura delle scuole. Per questo – conclude Save the Children – ci siamo attivati fin da subito distribuendo aiuti materiali, tablet, connessioni gratuite e dando supporto allo studio ai bambini più vulnerabili.