Novità in arrivo per gli incentivi legati all’innovazione delle imprese. Le ha annunciate il Ministro per lo sviluppo economico Patuanelli durante un incontro al Ministero con i rappresentanti di Confartigianato e di altre sigle imprenditoriali. La novità principale consiste in un nuovo credito d’imposta triennale che sostituisce super e iper ammortamento, oltre a modifiche all’incentivo per la formazione 4.0 e all’ampliamento del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo anche a innovazione e design. E’ quanto fa sapere Confartigianato in una nota.
Le misure annunciate. Il Ministro dello Sviluppo Economico ha quindi ufficializzato la proposta di modifica del piano Impresa 4.0 che sembra avviato a rinominarsi “Transizione 4.0”, come misura alternativa alle attuali misure di proroga secca del piano per un anno così previste nella Legge di bilancio. Positivo il primo commento di Confartigianato perché la rimodulazione allarga la platea di fruitori potenziali, soprattutto con l’abbassamento delle soglie d’acceso agli incentivi.
Innovazione e design. Tuttavia, la Confederazione attende di leggere nero su bianco le proposte presentate da Patuanelli, anche in relazione alle risorse necessarie e disponibili per la loro concreta attuazione. Viene apprezzata anche l’estensione triennale, – spiega Confartigianato – giudicata utile per offrire certezze di continuità alle imprese, così come l’allargamento del credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo anche all’innovazione e soprattutto al design.
Il credito di imposta. Lo strumento è neutro, – si legge nella nota – ma deve essere corretta la tendenza a restringere le modalità di fruizione della compensazione. Confartigianato auspica un ulteriore approfondimento con il Ministero sulle infrastrutture di supporto alle imprese, come Pid e Digital Innovation Hub, che potrebbero avere una funzione nodale per garantire l’allargamento della platea di potenziali fruitori degli incentivi.
Il nuovo credito di imposta supera gli attuali super e iper ammortamento e sarebbe valido per tre anni secondo le seguenti modalità: il credito d’imposta sarebbe utilizzabile in compensazione in 5 anni a partire dal mese di gennaio dell’anno successivo all’acquisizione del bene. Secondo il Ministero questo rappresenterebbe una considerevole velocizzazione rispetto al sistema attuale che è legato alla durata dell’ammortamento dei beni strumentali, mediamente superiore ai 5 anni.
Il superammortamento verrebbe sostituito da un credito d’imposta del 6% per l’acquisto di beni strumentali fino a un massimo di due milioni di euro; – prosegue Confartigianato – il credito d’imposta per l’acquisizione dei beni 4.0 che sostituirebbe l’iper ammortamento avrebbe invece due distinti scaglioni: il 40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro e il 20% per i beni di valore compreso tra 2,5 e 10 milioni.
Il confronto. Rispetto all’iper ammortamento attuale si assiste alla riduzione delle fasce, – evidenzia Confartigianato – che passano dalle attuali da tre a due, con l’annullamento del beneficio per gli investimenti che superano i 10 milioni di euro (oggi si arriva fino a 20 milioni). Le due aliquote sono leggermente inferiori all’attuale valore dell’incentivo: oggi infatti l’iper al 270% vale il 40,8% dell’investimento e passerebbe al 40%, mentre per investimenti tra 2,5 e 10 milioni c’è l’aliquota al 200% che equivale a un vantaggio del 24% sul costo del bene e passerebbe al 20%. Il credito d’imposta per gli investimenti in beni immateriali (software) sarebbe invece del 15%.
La situazione attuale. Anche in questo caso ci sarebbe un limite di 500 mila euro. – si legge ancora – Attualmente questi investimenti sono coperti da un maxi ammortamento al 140% che vale il 9,6% del costo di acquisizione. Da una parte quindi si introduce un limite di spesa, dall’altra si aumenta il beneficio. Inoltre, la proposta del Ministero prevede di rendere la fruizione di questo incentivo indipendente rispetto all’acquisizione di un bene materiale, che oggi è un prerequisito indispensabile. Un grande vantaggio secondo Confartigianato.
Credito d’imposta per Ricerca e sviluppo. Il Cirs – aggiunge Confartigianato – subisce modifiche significative allargandosi agli “investimenti in innovazione e design“ e il sistema di calcolo attuale, basato sulla spesa incrementale rispetto alla media di un triennio di partenza, diventa metodo “volumetrico” puro: si applicherà cioè a tutti gli investimenti e non solo a quelli che superano la soglia media del triennio di riferimento.
Cambiano anche le aliquote. Dall’attuale 25% (che è 50% per alcune spese), – rileva Confartigianato – il credito d’imposta prevede tre diverse aliquote secondo questo schema: 12% per le spese in Ricerca e sviluppo fino a un massimo di 3 milioni di euro; 6% per le spese in innovazione fino a un massimo di 1,5 milioni di euro e 6% per gli investimenti in design fino a un massimo di 1,5 milioni di euro. Per valorizzare le competenze si darebbe un maggior peso alle spese sostenute per il personale rispetto a quelle per i macchinari. Il credito – si legge nella nota – potrà essere compensato in 3 anni.
Credito d’imposta per la Formazione 4.0. Anche il credito d’imposta per la Formazione 4.0, per il quale è stato stimato un utilizzo molto basso (20 milioni di euro rispetto allo stanziamento 250 milioni) – conclude Confartigianato – la modifica unica consiste nella eliminazione della necessità di concordare il piano di formazione con le forze sindacali a livello aziendale o territoriale.