Crescita più veloce in tre anni del settore manifatturiero dell’eurozona a febbraio. L’indice PMI finale del manifatturiero dell’eurozona di febbraio a 57.9 con una forte salita della produzione e dei nuovi ordini per via del rafforzamento del commercio estero. Rilevante anche il robusto allungamento dei tempi medi di consegna causa la più veloce inflazione dei costi in quasi dieci anni. E’ quanto ha rilevato l’Ihs Markit.
E’ stata forte a febbraio la prestazione dell’economia manifatturiera dell’eurozona, le condizioni operative infatti sono migliorate al tasso maggiore in tre anni. Tale esito è stato sottolineato dall’Indice PMI® del Settore Manifatturiero dell’Eurozona, che ha raggiunto 57.9, in salita da 54.8 di gennaio e migliore della precedente stima flash. L’indice è risultato al di sopra della soglia neutra di non cambiamento che separa l’espansione dalla contrazione di 50.0 per l’ottavo mese consecutivo.
A febbraio, tutti e tre i sottosettori hanno registrato migliori condizioni operative. I produttori dei beni di investimento hanno riportato la crescita più alta e la migliore da gennaio 2018, seguiti dai produttori dei beni intermedi. Malgrado il sottosettore dei beni di consumo abbia registrato proporzionalmente una crescita modesta, ha comunque messo a segno il risultato migliore dallo scorso settembre.
“Quest’anno, – ha dichiarato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, analizzando i dati finali PMI del manifatturiero dell’eurozona – il settore manifatturiero ha finora continuato a contribuire sempre più positivamente all’economia dell’eurozona. Il PMI ha raggiunto il valore più alto in tre anni ed è in corsa per raggiungere un livello raramente superato in oltre venti anni di storia dell’indagine, in particolare durante la bolla delle dot.com, la ripresa iniziale dalla crisi finanziaria e nel 2017-18″.
“Le aziende produttrici – ha proseguito Williamson – stanno beneficiando del rinvigorimento della domanda di beni sia sul mercato nazionale che estero, collegata alle speranze di ripresa post Covid-19, favorendo nuovi incrementi delle giacenze, investimenti in attrezzature e macchinari, così come un’espansione dei consumi. La solida espansione del manifatturiero sta certamente aiutando ad ammortizzare l’attuale debolezza causata dal virus in parecchi settori a diretto contatto con i consumatori, alleviando l’impatto delle recenti restrizioni in parecchie nazioni e aiutando a limitare il tasso generale di contrazione economica. Lo scatto di crescita ha portato tuttavia con sé i suoi problemi, con l’offerta di forniture che non riesce ancora a soddisfare la domanda. I ritardi nelle spedizioni e la carenza di materiale sono problemi largamente menzionati che hanno causato ritardi quasi record sulla catena di distribuzione. I prezzi pagati per le materie prime sono di conseguenza aumentati al tasso più veloce in quasi dieci anni, suggerendo un ulteriore aumento dell’inflazione dei prezzi al consumo nei prossimi mesi, o almeno finché l’offerta e la domanda non ritorneranno a bilanciarsi”, ha concluso il Chief Business Economist di IHS Markit.
Con la sola esclusione della Grecia, dove il rispettivo PMI è scivolato appena al di sotto di 50.0, la ripresa della crescita manifatturiera osservata a febbraio è stata generale con tutte le nazioni che hanno registrato PMI più alti rispetto a quelli di gennaio. La Germania e i Paesi Bassi, dove l’espansione delle esportazioni è risultata particolarmente elevata, hanno continuato a primeggiare, in termini di crescita generale. L’Austria ha riportato il risultato migliore in tre anni, mentre le espansioni osservate in Italia e Francia sono state le maggiori da inizio 2018. I tassi di crescita osservati in Spagna e Irlanda sono stati nel confronto modesti.
Il PMI manifatturiero dell’eurozona è stato stimolato dalle forti crescite sia della produzione che dei nuovi ordini, con entrambi i valori che hanno raggiunto i livelli migliori dai recenti record di ottobre. I maggiori volumi di esportazione sono stati la causa principale dell’aumento generale dei nuovi ordini, con gli ultimi dati che hanno mostrato l’aumento maggiore delle esportazioni, incluso il traffico intro eurozona, da gennaio 2018.
Il connotato evidente dei dati di febbraio è stato l’ennesimo allungamento dei tempi medi di consegna di materiale. L’ultima indagine ha mostrato il secondo deterioramento più corposo dei tempi medi di consegna in quasi 24 anni, ovvero dall’inizio della raccolta dei dati. Parecchie aziende hanno riportato ritardi e difficoltà nel recuperare beni per via della crescente domanda e dei continui ostacoli ai trasporti connessi al Covid-19. Di conseguenza i costi di acquisto sono aumentati notevolmente con il livello di inflazione che ha raggiunto un valore record in quasi dieci anni.
La pressione sui costi è risultata particolarmente elevata tra i produttori manifatturieri tedeschi, olandesi e austriaci, anche se il miglioramento della domanda ha permesso loro di trasferire parte degli aumenti ai loro clienti sotto forma di maggiori prezzi di vendita. L’indagine di febbraio ha mostrato come i prezzi di acquisto del settore manifatturiero dell’eurozona siano aumentati al tasso maggiore da aprile 2018.
Il forte aumento dell’attività di acquisto tra le aziende manifatturiere dell’eurozona ha aggiunto difficoltà alla catena di fornitura. Gli ultimi dati hanno mostrato che le aziende, malgrado abbiano utilizzato le giacenze esistenti qualora possibile, hanno incrementato i loro acquisti al tasso maggiore in oltre tre anni. Il livello delle giacenze delle materie prime e dei semilavorati è diminuito per il venticinquesimo mese consecutivo.
A febbraio, qualche notizia positiva arriva dal fronte occupazionale, con il livello generale del personale in aumento per la prima volta in quasi due anni e con solo la Spagna che ha riportato un netto crollo dell’occupazione. Le imprese hanno aumentato gli organici in risposta al maggiore carico di lavoro e ai segnali di pressione sulla capacità. Il livello del lavoro inevaso è aumentato a febbraio per il settimo mese consecutivo.
Per concludere, continua a rafforzarsi l’ottimismo delle aziende per il futuro, e gli ultimi dati dell’indagine hanno mostrato come le aspettative future abbiano raggiunto il livello maggiore di sempre (la prima raccolta dati sulla previsione futura è iniziata a metà 2012). Le aspettative di crescita sono state collegate alla speranza di una positiva riuscita del programma di distribuzione vaccinale e alla risoluzione della pandemia nei prossimi mesi.