In maggio in Europa Occidentale (UE+UK+Efta) sono state immatricolate 623.812 autovetture contro 1.444.173 dello stesso mese del 2019. Il calo è del 56,8% e deriva da contrazioni in tutti i mercati nazionali dell’area con un calo massimo dell’89% nel Regno Unito e un calo minimo del 29,4% a Cipro. Il 2020 era iniziato sottotono per i riflessi dell’indebolimento della congiuntura economica generale, ma le perdite in termini di immatricolazioni nei primi due mesi dell’anno sono state contenute nel 7,3%. Poi è arrivato il calo del 51,8% di marzo, seguito da quelli del 78,3% di aprile e del 56,8% di maggio. Il risultato di questo andamento è una contrazione del 42,8% nel periodo gennaio-maggio. Lo rileva il Centro Studi Promotor in una nota.
Scenari drammatici. A questo dato catastrofico – sottolinea il Centro Studi Promotor – si aggiunge il fatto che le prospettive sono tutt’altro che positive. Non è infatti pensabile un rapido recupero spontaneo perché la ripresa delle attività economiche dopo la quarantena è lenta, perché l’economia è stata colpita pesantemente, perché la capacità di spesa dei privati e delle aziende ha subito forti contrazioni, perché interi comparti della domanda di autovetture sono in profonda crisi, come, ad esempio, quello del noleggio a breve termine colpito al cuore dalle ripercussioni della pandemia sul turismo e sui viaggi di affari.
Il rilancio della domanda. In questo quadro, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ovunque in Europa si studiano e si adottano misure specifiche per il rilancio della domanda di autovetture che puntano su incentivi all’acquisto e cominciano anche a cadere le pregiudiziali ideologiche che comportavano la negazione di incentivi alle auto con alimentazioni tradizionali, che attualmente in tutti i paesi costituiscono la quasi totalità della domanda. Autorevoli governanti, dal presidente francese Macron al vicepresidente della Commissione Europea Timmermans, hanno aperto ad incentivi alle auto con alimentazioni tradizionali, rendendosi conto che, nell’attuale situazione, incentivare vetture Euro 6 è una strada obbligata per salvare le case automobilistiche e metterle in grado di continuare ad investire sull’auto elettrica, che resta l’obiettivo di medio e lungo periodo.
Il risultato dell’intera Europa Occidentale è, come sempre, pesantemente influenzato da quello dei cinque maggiori paesi che in termini di immatricolazioni in maggio valgono il 67,1% del totale. Tra questi, quello che fa registrare il peggior risultato è il Regno Unito (-89%), seguito dalla Spagna (-72,7%), dalla Francia (-50,3%), dall’Italia (-49,6%) e dalla Germania (-49,5%).
I provvedimenti. Nel nostro Paese, tuttavia, i provvedimenti finora adottati ed in particolare il Decreto Rilancio non prevedono incentivi per le auto Euro 6. Un emendamento a questo Decreto presentato dall’On. Gianluca Benamati contempla però incentivi alla rottamazione, oltre che per l’acquisto di vetture a basso impatto, anche per vetture Euro 6 particolarmente virtuose in termini di emissioni. La sorte del mercato italiano dell’auto nel prossimo futuro pare legata all’accoglimento di questo emendamento e all’entità dei fondi destinati a finanziarlo.