Dopo oltre un anno, i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano tornano a scendere. In un mercato dei formaggi segnato dall’incertezza per l’entrata in vigore dei dazi sull’export diretto negli Stati Uniti, i prezzi hanno accusato un ribasso del 2,3% rispetto a settembre. La flessione si è confermata nelle prime due settimane di novembre. I prezzi attuali restano comunque più elevati rispetto allo scorso anno, anche se – va sottolineato – la crescita si è decisamente attenuata, passando dal +19,4% di settembre al +13,4%. E’ quanto emerge dall’indice mensile sui prezzi all’ingrosso dei prodotti agroalimentari, elaborato da Unioncamere e Bmti.
Il calo produttivo atteso per la vendemmia 2019 – spiega Unioncamere – ha iniziato invece a mostrare i primi effetti nei listini all’ingrosso dei vini, cresciuti dell’1,5% su base mensile. In particolare, l’aumento mensile è apparso più accentuato per i vini bianchi, con un +2,4% registrato per i vini a marchio DOP-IGP e un +3,8% per i vini generici senza denominazione.
La fase di crescita. E’ proseguita ad ottobre la fase di forte crescita per i prezzi all’ingrosso delle carni di coniglio, che, per il terzo mese consecutivo, hanno messo a segno un aumento superiore al 10%. I rincari sono stati trainati dai rialzi dei prezzi dei conigli, complice la ridotta disponibilità di capi. Superiore al +10% rimane anche la variazione rispetto allo scorso anno. Sempre nelle carni, – prosegue Unioncamere – robusto aumento si è rilevato per i tagli di carne suina, pari ad un +7,9% su base mensile.
I dati. Il mercato – emerge dallo studio – ha continuato a risentire indirettamente dei rialzi dei prezzi nel mercato europeo a causa della peste suina africana in Cina. Al contrario, i listini all’ingrosso della carne di pollo sono arretrati ad ottobre del 5,9%. I prezzi attuali tornano così ad essere più bassi nel confronto con un anno fa, passando dal +2,3% a settembre al -6,5% ad ottobre. Sostenuti dal buon andamento della domanda, i prezzi delle uova hanno registrato invece un rincaro mensile del 4,2%, grazie al quale sono tornati più alti anche rispetto ad un anno fa (+3,5%).
Il confronto. Nel comparto degli oli e grassi, l’olio di oliva ha accusato un nuovo calo mensile – l’ottavo consecutivo – con un -4,2% rispetto a settembre. E negativo – conclude Unioncamere – è il confronto anche rispetto allo scorso anno, pari ad un -8,5%.