Nel 2018 ancora negativo il saldo delle imprese tra iscritte e cessate. Il turnover imprenditoriale nei servizi di ristorazione resta elevato. Nel 2018, il saldo tra le imprese iscritte e cessate, al lordo delle cessate d’ufficio, è stato pari a -12.305 unità, in crescita rispetto ad un anno fa quando toccò quota -11.793. E’ quanto emerge da una nota pubblicata dalla Fipe, secondo cui si tratta di un risultato dovuto prevalentemente alla riduzione delle iscritte.
I dati. È utile ricordare che – spiega la Fipe – il saldo tra le imprese iscritte e cessate è una variabile di flusso, pertanto non deve essere utilizzata per misurare le variazioni dello stock di imprese. Il dato infatti non tiene conto delle variazioni del settore, fenomeno che riguarda, ad esempio, imprese che hanno modificato l’attività o che sono state cancellate erroneamente. – prosegue la Fipe – L’approfondimento dei saldi ha un valore importante perché consente di valutare la dinamica imprenditoriale del settore. Il tasso di natalità, pari al 4% è in decelerazione rispetto allo scorso anno (4,2% nel 2017).
Il segmento bar. La Fipe precisa che l’anagrafe imprenditoriale indica che nel 2018 hanno avviato l’attività poco più di 6mila imprese, mentre 11.991 l’hanno cessata. Il saldo è stato negativo per 5.895 unità. Lo scorso giugno, il turnover nelle imprese che operavano nel comparto rimaneva consistente, smentendo i numerosi luoghi comuni che descrivono il bar come un’impresa di facile approccio. Il tasso di mortalità riscontrato è stato pari all’8% e quello del turnover a -4%. La forma giuridica evidenzia che il tessuto imprenditorialmente più vivace (e più fragile) continua ad essere quello della ditta individuale. – conclude la Fipe – Il 53,9% delle imprese ha forma giuridica di ditta individuale con una variabilità regionale assai sostenuta. Il 30,3% delle imprese opera come società di persone, mentre la quota delle società di capitale è del 14,5%.