Uno dei principali fattori critici che condiziona il processo di crescita dell’economia italiana è rappresentato dalla scarsa dinamica della produttività. Lo conferma uno studio diffuso da Confartigianato in una nota, secondo cui tale fenomeno è accentuato nei servizi mentre la manifattura presenta una performance positiva.
Un andamento particolarmente positivo – spiega Confartigianato – si registra per le imprese della filiera della carta dove nel 2016, ultimo anno per cui sono disponibili i dati settoriali di contabilità nazionale, la produttività reale per ora lavorata delle imprese di carta e stampa è cresciuta del 25,6% rispetto al 2007, segnando con un ritmo doppio rispetto al +11,4% della media del manifatturiero.
Il confronto. Nel periodo, il comparto del terziario ha leggermente diminuito la capacità di creare valore per unità di input di lavoro (-0,9%). La necessità di mantenere la competitività sui mercati internazionali, il riposizionamento conseguente agli effetti della Grande Crisi e la digitalizzazione dei processi produttivi – sottolinea Confartigianato – sono fattori che hanno spinto le imprese manifatturiere a consistenti aumenti di efficienza e tale fenomeno è presente in modo più marcato nella filiera della carta.
L’analisi della produttività per classe dimensionale delle imprese, basata su dati relativi al 2017, – rileva Confartigianato – evidenzia che le micro e piccole imprese italiane della filiera della carta primeggiano tra i maggiori paesi dell’Unione europea in termini di creazione di valore aggiunto, con 3,7 miliardi di euro, davanti ai 3,6 miliardi del Regno Unito ed ai 3,4 miliardi della Germania.
I dati. In particolare, – si legge nella nota – le micro e piccole imprese italiane della filiera mostrano una produttività – espressa dal valore aggiunto per addetto – pari a 41.900 euro, non distante (-7,0%) dai 45.100 euro delle omologhe tedesche. In chiava dinamica, osservando i dati in serie dal 2008, si apprezza che il gap di produttività delle Mpi italiane si è considerevolmente ridotto nella fase di ripresa 2014-2016, per poi tornare ad allargarsi nel 2017.
Risultati positivi. Sulla base di tale andamento nell’arco di cinque anni, tra il 2012 e il 2017, – conclude Confartigianato – le Mpi imprese italiane della filiera della carta mostrano una crescita del valore aggiunto per addetto del 13,2%, un ritmo doppio rispetto al +5,9% registrato dalle imprese tedesche di analoga dimensione.