Primo Ferragosto senza sagre per i 7 italiani su 10 (73%) che ogni estate partecipano a eventi enogastronomici e folkloristici organizzati da nord a sud per raccontare le bellezze della Penisola e le sue tradizioni. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti/Ixè diffusa in merito all’aggravarsi delle difficoltà causate dal nuovo allarme per la risalita dei contagi al settore legato alle fiere, alle feste, alle sagre ed eventi, oltre che alle discoteche. Secondo le disposizioni del nuovo Dpcm del Governo restano, infatti, sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto quando non è possibile assicurare il rispetto delle misure di precauzione, pur lasciando la possibilità alle Regioni di valutare l’eventuale ripresa delle attività.
La crisi delle sagre colpisce i circa 34mila gli operatori ambulanti nell’alimentare – sottolinea la Coldiretti – ma anche gli acquisti degli italiani che sfruttano questi eventi pure per rifornire le proprie dispense di prodotti tipici e lo stesse fenomeno dello street food che ha fatto segnare una vera e propria esplosione negli ultimi anni. Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono, infatti, dedicate a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano proprio nel mese di agosto, con il massimo afflusso dei turisti. Un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche, ma anche più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare, curiosare fra le bancarelle e magari anche acquistare qualcosa, spesso prodotti del territorio.
I dati. Infatti il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. L’alternativa alle manifestazioni enogastronomiche cancellate dalla pandemia sono gli oltre mille mercati degli agricoltori che – evidenzia la Coldiretti – si sono diffusi in molte grandi e piccole città grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la più vasta rete di vendita diretta a livello mondiale insieme agli spacci in fattoria e agli agriturismi.
L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore magari in occasione di sagre e fiere – sottolinea la Coldiretti – è anche una occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Acquistare prodotti a chilometri zero direttamente dai produttori – evidenzia la Coldiretti – è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.
Il cibo è diventato il vero valore aggiunto di gite e vacanze Made in Italy con l’Italia che è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico – conclude la Coldiretti – grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa on 305 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica.