Il 2 marzo l’Istat ha diffuso i dati del Pil (Prodotto interno lordo) e dell’indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche e ha certificato che nel 2019 il prodotto interno lordo ai prezzi di mercato è cresciuto dell’1,2%; in termini reali la crescita del PIL è stata pari allo 0,3%, i consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,2% e gli investimenti fissi lordi del 1,4%; il rapporto tra deficit e Pil è risultato pari a -1,6% a fronte del -2,2% del 2018. Nel 2019 si è registrato un netto miglioramento dell’indicatore di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni a cui ha contribuito la dinamica sostenuta delle entrate. Lo rileva il Mef in una nota.
La dinamica del gettito complessiva è stata trainata sia dalle imposte dirette e, in particolare, dal gettito Irpef e Ires, sia dalle imposte indirette sostenute dal gettito dell’Iva e di quello dell’imposta su lotto e lotterie. Al risultato positivo dell’Iva sugli scambi interni – spiega il Mef – ha contribuito l’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria dal 1° gennaio 2019, per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuati tra soggetti residenti (art. 1, comma 909 della Legge di bilancio 2018).
Dati generali. Nel 2019, – prosegue il Mef – le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 471.622 milioni di euro (+ 7.847 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2018 (+1,7%). Nel confronto tra i flussi di gettito annuali registrati nel biennio 2018/2019, non si rilevano disomogeneità determinate da entrate una tantum.
Il profilo mensile dei versamenti tributari – evidenzia il Mef – evidenzia una caduta del gettito nel mese di agosto per effetto del differimento al 30 settembre dei termini di versamento per i soggetti che svolgono attività economiche per le quali sono stati approvati nel 2019 gli indicatori sintetici di affidabilità (Isa, ex studi di settore). Anche i flussi di gettito acquisiti nel mese di novembre presentano una variazione negativa, recuperata nel mese successivo, e ascrivibile allo slittamento al 2 dicembre dei versamenti relativi alle imposte autoliquidate (la scadenza del 30 novembre cadeva di sabato).
Imposte dirette. Le imposte dirette risultano pari a 252.284 milioni di euro, con una crescita tendenziale pari a 4.513 milioni di euro (+1,8%). La crescita è stata trainata, in particolare, – si legge nella nota – dall’andamento delle ritenute Irpef da lavoro dipendente e da pensione che sono aumentate di 5.087 milioni di euro (+3,3%), consolidando l’andamento positivo già rilevato nel biennio 2017-2018. Sul risultato hanno influito anche la dinamica dell’occupazione che è cresciuta nel corso del 2019 dello 0,6% e quella delle retribuzioni lorde pro-capite che sono aumentate dell’1,1%.
L’andamento delle ritenute Irpef sul lavoro autonomo – rileva il Mef – risulta negativo (-1.276 milioni di euro pari a -10,1%) ed è legato agli effetti dell’estensione, per l’anno d’imposta 2019, del regime dei minimi ai soggetti con ricavi fino a 65.000 euro (ai soggetti, che hanno aderito al regime dei minimi, non è stata applicata la ritenuta d’acconto del 20% sui compensi percepiti nel 2019). L’andamento positivo dell’autoliquidazione Irpef (+345 milioni di euro pari al +1,7%) è stato influenzato dai maggiori versamenti a saldo (+243 milioni euro pari al +4,1%) e in acconto (+102 milioni di euro pari allo 0,7%).
Il gettito dell’imposta sul reddito delle società – commenta il Mef – è aumentato del 2,7% per effetto dell’andamento positivo del saldo (+ 17,4%). Gli effetti negativi sul gettito derivanti dalle misure agevolative del superammortamento al 130% per i beni materiali e strumentali, con esclusione dei veicoli, dalla proroga dell’iperammortamento al 250% per i beni strumentali nuovi ad alto contenuto tecnologico e dalla proroga per il superammortamento del software al 140% (legge n. 205 del 27 dicembre 2017), sono stati compensati dagli effetti positivi sul gettito dei versamenti dei contribuenti soggetti ai nuovi indicatori sintetici di attività (Isa).
Imposte indirette. Le imposte indirette ammontano a 219.338, con una crescita tendenziale di 3.334 milioni di euro pari al 1,5%. Alla dinamica positiva – conclude il Mef – ha contribuito la crescita sostenuta dell’IVA (+3.306 milioni di euro pari a +2,5%), in particolare della componente sugli scambi interni (+3.623 milioni di euro pari a +3,0%); la componente sulle importazioni ha invece fatto registrare una diminuzione delle entrate pari a -317 milioni di euro (-2,2%) che riflette principalmente la riduzione media del prezzo del petrolio nel 2019 (-9,8%).