Il 25 luglio scorso, in occasione del secondo confronto con i ministri del Lavoro, Marina Calderone, e della Salute, Orazio Schillaci, sugli impatti dell’attuale situazione climatica, Confcommercio ha sottolineato l’utilità di agire con interventi specifici. Tra le proposte l’estensione della cassa integrazione per gli eventi oggettivamente non evitabili ai settori che ne sono sprovvisti.
“Serve una risposta mirata a situazioni diversificate con un impegno puntuale di Governo ed istituzioni territoriali. Va invece evitato il ricorso ad adempimenti generalizzati dettati dall’emergenza per come essi emergono dalla bozza di protocollo con le parti sociali proposto dal Ministro del lavoro. Con un orizzonte più ampio, va poi sviluppato il confronto per concordare misure strutturali, riguardanti anche l’organizzazione del lavoro e con l’eventuale intervento della contrattazione decentrata, per affrontare il cambiamento climatico”.
Primo incontro governo-parti sociali
“Gli interventi che si vogliono porre in essere per le semplificazioni normative, relative sia alla cassa integrazione ordinaria che alle modalità organizzative più utili per fronteggiare l’emergenza climatica in atto, devono essere ben tarati sulle tipologie di attività nei diversi settori e sulle mansioni svolte, poiché è evidente che ci siano impatti differenziati”. Così Confcommercio il 20 luglio scorso al tavolo con le parti sociali convocato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, per un confronto sulle misure vigenti e per una valutazione di ulteriori iniziative organiche di tutela per imprese e lavoratori in difficoltà.
“Va da sé – ha precisato Confcommercio – che la cassa integrazione attivabile, sulla scorta dei provvedimenti emergenziali, debba essere di sostegno a imprese e lavoratori che aderiscano anche ai fondi di solidarietà bilaterali, in particolare al Fis, evitando sospensioni ‘dall’alto’ delle attività poiché, soprattutto nel terziario di mercato, si può passare paradossalmente dalla cassa integrazione per eventi climatici alla cassa integrazione per cessazione attività”.
Sugli interventi relativi alle modalità organizzative utili a fronteggiare l’emergenza, come il “lavoro agile”, “si deve tener conto, oltre delle mansioni compatibili, di come nel mondo dei servizi e del relativo indotto possa essere oggettivamente controproducente in questo periodo e dunque contribuire alla desertificazione dei luoghi di lavoro e delle città, con possibili danni alle imprese da noi rappresentate. Siamo comunque disponibili a proseguire un confronto sulle misure più idonee da adottare, salvaguardando le specificità delle imprese che svolgono attività di servizio alla clientela”, ha concluso Confcommercio.
– Nota stampa Confcommercio –