Continua la ripresa del mercato immobiliare delle località turistiche, ma non si arresta la contrazione dei prezzi. È questo il quadro fotografato dall’Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico 2019 realizzato da FIMAA-Confcommercio (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari) con la collaborazione della Società di Studi Economici NOMISMA e pubblicato lo scorso 30 luglio. Lo studio ha preso in esame “i dati delle compravendite e delle locazioni di 205 località di mare e 112 di montagna e lago”.
In aumento le compravendite. È questo il primo dato positivo emerso dal consueto studio di FIMAA-Confcommercio: i dati raccolti infatti hanno confermato per il 2018 un consolidamento del trend positivo già avviatosi nel 2017. In particolare, nelle località di vacanza è stato possibile registrare nel 2018 un ulteriore incremento delle compravendite, aumentate del +6,1% rispetto al 2017. Un dato positivo che si allinea col dato nazionale (+6,5%), ma che soprattutto evidenzia una variazione maggiore rispetto al 2017 (+3,5% su base annua). Il dato più significativo interessa le località lacuali (+7,6%), mentre le compravendite in località marine sono aumentate di un buon +6,4% e quelle in zone montane del +4,0%. Il settore immobiliare dunque, dopo la crisi che lo ha interessato a partire dal 2008, sembra essersi finalmente avviato lungo la strada della ripresa, sebbene a ritmi ancora faticosi. “Come testimoniato dall’Indice Nomisma di performance residenziale – si legge nel dossier diffuso per la stampa – la media dei principali mercati si colloca in posizione ascendente nel nuovo ciclo economico”, ovvero tra il 2017 e il 2018 si è registrata per la prima volta dopo il 2008 una ripresa del mercato immobiliare.
Il calo dei valori di mercato evidenziato dall’Osservatorio, se da una parte non rappresenta un indice positivo per la salute del mercato immobiliare, dall’altra ha contribuito in modo significativo alla ripresa del settore. Ma anche su questo fronte non mancano segnali positivi. Sebbene infatti continui il trend di contrazione dei prezzi, “la variazione media, sintesi dei mercati top, centrali e periferici delle singole località turistiche monitorate, evidenzia un arretramento del -1,8% annuo”, quindi minore dello 0,7% rispetto al -2,5% registrato nel 2017. La ricerca ha analizzato nel dettaglio la situazione delle singole regioni, la maggior parte delle quali “ha fatto segnare una diminuzione annuale dei prezzi tra il -1,5% e il -2,5%, in linea con la media nazionale (-1,8%)”. Non mancano in ogni caso differenze anche di rilievo tra una regione e l’altra: tra tutte il Lazio è quella che ha visto il calo più significativo in termini di valore d’acquisto delle case vacanza (-3,5%), seguono Liguria (-3,0%), Valle d’Aosta, Toscana, Campania e Molise (-2,5%). Unica eccezione positiva, il Friuli Venezia-Giulia è la sola regione ad aver avuto un aumento dei prezzi medi (+1,5%). Lo studio ha inoltre mostrato come a risentire del calo dei prezzi siano soprattutto gli immobili usati e localizzati nelle zone periferiche, con un’inflessione che raggiunge anche il -2,4% nelle località di mare.
Il costo delle case vacanza. Incrociando i dati raccolti in tutta Italia l’Osservatorio FIMAA-Confcommercio ha potuto stabilire che “il prezzo medio di un’abitazione turistica in Italia è 2.134 euro al mq commerciale”. Un valore che, come riportato nel dossier, è la media dei prezzi medi delle varie tipologie di abitazioni: uno spettro che va dai 1.303 €/mq per le case periferiche in aree lacuali ai 2.849 €/mq per le abitazioni top delle località marine. Ancora più impressionante la differenza di prezzi se si considerano le singole località: il primato va senza dubbio alla città di Capri (NA), con valori che raggiungono i 12.700 €/mq. Tutt’altre somme si registrano per luoghi come Serra San Bruno (VV) e Portorosa (ME), che con i suoi 400 €/mq per le abitazioni periferiche usate si classificano come le località dove è più conveniente comprare casa.