Le economie delle città metropolitane potrebbero risentire significativamente dell’impatto del Covid-19. Gli effetti negativi derivanti dall’emergenza sanitaria potrebbero causare nel prossimo biennio una perdita di fatturato dai 244 ai 320 miliardi di euro, a seconda dell’evoluzione del contagio. Gli impatti, molto significativi in tutte le città metropolitane, non saranno omogenei ma dipenderanno dalla specializzazione dei sistemi locali delle imprese: la perdita sarà relativamente maggiore a Torino e Venezia, mentre Catania e Bari saranno i sistemi meno esposti alle conseguenze del Covid.
Lo studio. E’ questo, in sintesi, lo spaccato che emerge da uno studio realizzato da Cerved per Anci in cui si quantifica l’impatto del Covid-19 sulle imprese delle 14 città metropolitane italiane. Lo studio utilizza l’impianto predittivo del Cerved Industry Forecast, con un’analisi granulare che monitora gli andamenti di oltre 1.600 settori sulla base di due scenari: uno scenario soft, di graduale ritorno alla normalità in cui si prevede una progressiva riapertura dell’economia a partire da maggio 2020, seppur in presenza di misure di contenimento dei contagi, e l’assenza di ulteriori periodi di lockdown; uno scenario hard, in cui si prevede la persistenza di una situazione emergenziale fino alla fine del 2020, con una ripartenza seguita da successivi periodi di lockdown.
I dati. In base allo scenario soft, le 14 città metropolitane perderebbero nel 2020 l’11,8% dei propri ricavi, un dato lievemente inferiore rispetto alla perdita dell’intera economia (-12,7%), con un rimbalzo nel 2021 (+10,2%) che comunque non riporterebbe i fatturati ai livelli del 2019 (-2,8%). Nel caso di durata prolungata dell’emergenza, la caduta dei ricavi nel 2020 sarebbe più significativa (-16,4%), anche se ancora inferiore rispetto al resto dell’economia (-18,0%), con un gap alla fine del periodo di previsione più ampio rispetto al 2019 (-4,3%).
Le città più colpite. Secondo le previsioni nel 2020 la città in cui l’impatto negativo del Covid-19 sarebbe più consistente è Torino, che registra un calo dei ricavi del 14,4% in uno scenario soft e del 20,2% in uno scenario hard, seguita da Venezia (13,8% nello scenario soft e 19,2% nello scenario hard), Cagliari (12,4% nello scenario soft e 18,2% nello scenario hard) e Genova (12,5% nello scenario soft e 17,9% nello scenario hard). Perdite comunque consistenti, anche se meno significative rispetto alle altre città metropolitane, sono previste a Catania (-9,4% nello scenario soft e -13,2% nello scenario hard) e Bari (-10,6% nello scenario soft e -15,1% nello scenario hard). Alla fine del periodo di previsione, considerando lo scenario hard il gap rispetto al pre-crisi, sarebbe più alto a Venezia (-5,7%) e Palermo (-5,7%).
In termini di fatturato bruciato nel biennio 2020-21, le maggiori perdite sono fatte registrare da Milano, con una contrazione dei ricavi che a seconda dei diversi scenari va dai 74 ai 97 miliardi, Roma (63 miliardi nello scenario soft e 92 miliardi nello scenario hard) e Torino (26 miliardi nello scenario soft e 34 nello scenario hard). Nello scenario soft la quarta città per fatturato perso è Bologna con 15 miliardi persi, in quello hard è Napoli con circa 20 miliardi di perdite.
Il Covid-19 produrrà effetti maggiori nelle città metropolitane più concentrate nei settori per cui la contrazione dei ricavi nel 2020 sarà più significativa: settori in cui è più difficile rispettare le norme di distanziamento sociale, legati alla mobilità, o per cui è previsto un forte calo dell’export. Sulla base delle previsioni 2020 i settori sono stati suddivisi in 4 diverse classi di impatto: settori anticiclici, con fatturati in crescita nel 2020; settori a impatto moderato, con contrazione di fatturato nel 2020 inferiori alla media; settori a impatto alto, con contrazione di fatturato nel 2020 superiori alla media e settori a impatto molto forte, con contrazioni di fatturato nel 2020 maggiori del 25,6% (ultimo quartile).
Le realtà più esposte allo shock. La città metropolitana con la più alta quota di fatturato nei settori a maggior impatto Covid-19 è Torino (44,7%), seguita da Firenze (37,6%) e Venezia (35,7%). Sul piano opposto, Catania (20,1%), Reggio Calabria (19%) e Firenze (17,1%) sono le città che fanno registrare percentuali di fatturato più alte nei settori anticiclici. Il quadro risulta differente se si guarda al piano occupazionale e alla concentrazione degli addetti nei settori a forte impatto Covid-19. In questo caso, è Venezia la città più esposta allo shock con 73 mila addetti impiegati in settori a forte impatto (42,6% degli addetti impiegati in società di capitale), seguita da Messina (17 mila addetti, il 41% del totale) e Napoli (133 mila, il 39,1% del totale).
La rappresentazione dei settori maggiormente colpiti per perdita di fatturato in ciascuna città metropolitana ci restituisce una fotografia degli impatti del Covid-19 sulla geografia dei sistemi produttivi del nostro paese. A Torino, la città più colpita dal Covid-19, il settore che nel biennio 2020-21 subirà le perdite più consistenti è l’automotive (-6,6 miliardi di euro) che, insieme agli altri comparti della filiera auto (concessionari e componenti), farà registrare una contrazione complessiva di 10 miliardi di euro.
L’economia della città metropolitana di Venezia risentirà, invece, maggiormente del calo della domanda turistica, in particolare nel settore alberghiero (-0,8 miliardi di euro) e del trasporto passeggeri per vie d’acqua interne (-0,4 miliardi di euro). Gli alberghi sono il settore più colpito anche a Messina (-0,2 miliardi di euro), e figurano ai primi posti a Napoli (-0,7 miliardi di euro) e a Cagliari (-0,1 miliardi di euro) dove i settori più colpiti sono rispettivamente automotive (-2,1 miliardi di euro) e raffinazione petrolifera (-1,5 miliardi di euro).
Il settore più impattato a Firenze è quello della pelletteria e valigeria (-2,2 miliardi), mentre a Genova prevalgono i trasporti marittimi (-2 miliardi) con impatti anche sulla cantieristica (-0,6 miliardi). A Roma – emerge ancora dallo studio – le perdite più consistenti si registrano per la distribuzione di carburanti e combustibile extra-rete (-11,4 miliardi), mentre a Milano a calare in misura maggiore sono i concessionari di autoveicoli e motocicli (-7,1 miliardi).