L’appello dell’Unione Europea a garantire la libera circolazione degli alimenti salva 44,6 miliardi di esportazioni Made in Italy bloccate alle frontiere a causa dei limiti posti da un numero crescente di Paesi europei. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere soddisfazione per le linee guida presentate dalla Commissione agli Stati membri sulle misure di gestione delle frontiere connesse alla salute nel contesto dell’emergenza Covid-19.
I beni essenziali. Secondo la Commissione – sottolinea la Coldiretti – la libera circolazione delle merci e fondamentale e ciò è particolarmente cruciale per i beni essenziali come le forniture alimentari e le forniture mediche e protettive e per questo le misure di controllo non dovrebbero causare gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento dei servizi essenziali di interesse generale e delle economie nazionali e dell’economia dell’Ue nel suo insieme.
“Si tratta di un pronunciamento fortemente atteso dopo che le decisioni unilaterali di molti Stati Membri hanno pregiudicato le consegne all’estero con gravi danni soprattutto per prodotti alimentari deperibili” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alle difficoltà poste in molti confini, dal Brennero dell’Austria fino alla Slovenia. Quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane – precisa la Coldiretti – interessano i Paesi dell’Unione Europea dove la crescita nel 2019 è stata del 3,6% con la Germania che si classifica come il principale partner con l’export che cresce del 2,9% e raggiunge i 7,2 miliardi nel 2019.
La preoccupazione – continua la Coldiretti – riguarda anche eventuali ritardi e rallentamenti nei trasporti che rischiano di danneggiare soprattutto le merci deperibili con la frutta e la verdura in una situazione in cui l’88% delle merci in Italia viaggia su gomma. Il pronunciamento dell’Unione Europea è importante per sostenere l’export alimentare Made in Italy dopo la campagna di disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale che ha portato alcuni Paesi – denuncia la Coldiretti – a richiedere addirittura insensate certificazioni sanitarie “virus free” su merci alimentari provenienti dall’Italia che ha portato addirittura il Ministero degli Esteri ad aprire un indirizzo di posta elettronica ([email protected]) dove segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani.