La gelata delle attività economiche in corso in Italia sta generando ricadute pesanti sull’economia reale. E’ quanto emerge dalla survey condotta da Confartigianato, che evidenzia che le Mpi del Nord prevedono (interviste concluse al 1° di marzo) una flessione del 25% del fatturato mensile, con una maggiore accentuazione (-30%) in Lombardia.
Il calo. Negli ultimi giorni, – spiega Confartigianato – il trend è in peggioramento, con un calo del 29% registrato dagli intervistati tra il 2 e 4 marzo. Queste tendenze potrebbero peggiorare ulteriormente a seguito dell’allargamento dell’area interessata da interventi per il contenimento del contagio. Valgono più di un terzo dell’economia italiana i territori di Lombardia e 14 province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Marche interessati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, contenente le misure urgenti applicate nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.
I dati. In queste 26 province si realizza il 34,5% del valore aggiunto nazionale e quasi la metà (46,5%) del made in Italy manifatturiero. Nel dettaglio – osserva Confartigianato – nelle 26 province in esame si contano 1.621.979 imprese, di cui un quarto (26,1%) pari a 423.305 sono imprese artigiane. Gli occupati nelle imprese sono 6,2 milioni, di cui oltre 3,6 milioni in micro e piccole imprese con meno di 50 addetti e 937 mila di occupati nelle imprese artigiane. Nel totale delle 26 province in esame l’occupazione delle Mpi rappresenta oltre la metà (57,6%) dell’occupazione delle imprese e gli occupati delle imprese artigiane rappresentano il 15,1%.
Ulteriori criticità possono derivare dalla maggior esposizione dei territori sui mercati internazionali: nelle 26 province in esame – conclude Confartigianato – la propensione all’export, data dal rapporto tra le esportazioni ed il valore aggiunto, è pari al 39,3% ed è superiore di 10,2 punti rispetto al 29,1% della media nazionale.
Tutta Italia è zona protetta. Il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa a Palazzo Chigi ha affermato che tutta l’Italia è “zona protetta. I numeri – ha detto – ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste norme più stringenti”.