Più di tre italiani su quattro (77%) bevono birra e molti lo fanno durante i pasti, è questo uno dei dati che emerge dal report annuale dell’AssoBirra del 2018 che descrive, tra le altre cose, l’andamento del mercato, della produzione e dell’occupazione dell’universo della birra italiana.
Un consumo stagionale. Il 46,22% delle vendite totali di birra si distribuisce nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto eleggendo la bevanda a abitudine legata ai mesi più caldi. Il picco si rileva a luglio con un’incidenza del 12,12% sulle vendite totali di birra, mentre a gennaio se ne consuma meno: stando ai dati l’incidenza si ferma al 5,63%.
Nono produttore in Europa. Con il 4% della produzione europea e con oltre 16 milioni di ettolitri di birra immessi sul mercato, l’Italia si piazza al nono posto nella classifica europea dei paesi produttori, aumentano sia il consumo procapite dai 30,8 litri del 2015 ai 33,6 del 2018 che le esportazioni, dai 2.547.263,56 ettolitri del 2015 ai 3.044.671,78 del 2018. Le importazioni, seppur di poco, diminuiscono dai 7.175.494,48 di ettolitri ai 6.948.127,74 in quattro anni. Nonostante 33,6 litri di consumo procapite possano sembrare tanti, ci sono paesi europei, soprattutto del nord, che ne consumano molta di più. Infatti nel 2017 i consumi pro capite della Repubblica Ceca hanno toccato i 138 litri seguono, con consumi superiori ai 100 litri a testa, Austria e Germania.
Un mercato in crescita. In crescita il numero di microbirrifici e brew pub in dieci anni, dal 2008 al 2018, si è passati da 206 a 862 con un numero di occupati in queste attività che ha toccato i 3000 dipendenti e una produzione totale di 504.000 ettolitri che rappresentano il 13,5% delle esportazioni e il 3,1% della produzione nazionale. La regione con più microbirrifici e brew pub è la Lombardia seguita dal Piemonte con 80 e dal Veneto con 74. La società che nel 2018 ha immesso più birra nel mercato italiano è la Heineken Italia Spa che ne ha distribuita 6.254.000 di ettolitri, segue la Birra Peroni Srl con 3.827.000 di ettolitri e la Carlsberg Italia Spa.
Questione di gusti. I paesi che apprezzano di più la nostra birra sono il Regno Unito verso il quale si dirige il 48,9% delle esportazioni italiane, la Francia con il 5% e i Paesi Bassi dove va il 3,7% della birra esportata. Gli italiani gradiscono invece la birra belga, tedesca e dei Paesi Bassi da dove proviene il 58,56 della birra importata.
Altri dati notevoli riguardano la produzione di malto che tocca le 80.000 tonnellate e l’abbassamento delle quote di importazione di malto estero, seppur minime, dal 2014. Il consumo di birra è in continua crescita e ciò viene sottolineato anche da un’autorità che si esprime raramente in questo campo: il dicastero Vaticano del Culto Divino. Ricorda infatti Don Magnoli consultore della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti e responsabile del Servizio per la Pastorale Liturgica dell’arcidiocesi di Milano che ricorda: “Che negli anni si sia registrato qualche abuso è una oggettività. In Olanda, ad esempio, risulta che qualche sacerdote abbia celebrato la messa con la birra al posto del vino”.