“L’Europa sappia che qualunque cosa accada, taglio le tasse”. Non è la prima volta che Matteo Salvini lo dice. Ma la richiesta di una flat tax da “almeno 15 miliardi” da varare subito, anticipando la manovra all’estate, genera “apprensione” a Palazzo Chigi e sospetti nel governo. E’ quanto si apprende da una nota di Confcommercio, secondo cui la preoccupazione è che l’accelerazione leghista faccia saltare ogni possibilità di evitare la procedura d’infrazione.
L’accusa tacita è quella esplicitata da Alessandro Di Battista: “Salvini vuol destabilizzare il governo, cerca l’incidente” per tornare a votare a settembre, capitalizzando i consensi della Lega. Tacciono per ora Giuseppe Conte e Giovanni Tria, protagonisti della trattativa con Bruxelles. “Il tempo è agli sgoccioli: il 2 luglio la Commissione europea deciderà se proporre la procedura d’infrazione a carico dell’Italia – si legge nella nota – mercoledì sera il Consiglio dei ministri dovrebbe dare al premier e al ministro gli strumenti per provare a evitarla: la legge di assestamento di bilancio che certifichi maggiori entrate per circa 4 miliardi e altre somme a far calare il deficit, a partire dai 3 miliardi di risparmi attesi da quota 100 e reddito di cittadinanza. C’è anche l’ipotesi di varare un decreto per destinare quei miliardi al taglio del deficit. Ma poiché per M5s e Lega parlare di un decreto (cioè una ‘manovrina’) è una bestemmia, si cerca di evitarlo.”
Ma lo schema di Conte e Tria sembra essere stato travolto da Salvini, con la richiesta di non cambiare destinazione ai risparmi ma fare un intervento complessivo anticipando la manovra autunnale. L’iniziativa crea non poca apprensione in ambienti vicini a Palazzo Chigi. La domanda che circola è: “A cosa mira Salvini con le sue uscite, nel bel mezzo di una trattativa difficilissima in cui l’Italia rischia grosso? Vuole complicare la trattativa e portare alla procedura d’infrazione o addirittura mira ad andare a votare?”.
Secondo Confcommercio, si tratta di una domanda pesante, che potrebbe trovare risposta solo quando, probabilmente tra martedì e mercoledì, Conte vedrà Di Maio e Salvini. Anche perché tra i tre non risultano contatti nelle ultime ore. Un vertice politico è a questo punto cruciale, prima del Consiglio dei ministri di mercoledì. Anche perché in quella sede Salvini vuole anche incassare il via libera alle autonomie regionali, su cui Barbara Lezzi per il M5s continua a esprimere tanti dubbi. Nel governo c’è in queste ore grande confusione. E spiazza non poco la scelta di Giancarlo Giorgetti di affondare i minibot proposti dal leghista Claudio Borghi: “C’è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili?
Se si potessero fare, li farebbero tutti”, dice il sottosegretario, che potrebbe essere candidato dal governo per un posto di commissario Ue. Di fronte alle uscite leghiste, la strategia di Di Maio è andare a vedere le carte di Salvini: sfidarlo sul suo stesso terreno. Ecco perché il capo M5s dice che “destabilizzare il governo mentre Conte tratta con l’Ue è da incoscienti”. “Di Maio, ‘preoccupato’ dall’ipotesi di una procedura, spinge il cuore oltre l’ostacolo proponendo di “eliminare una serie di balzelli” che gravano sui pensionati e anche sui minibot il M5s dice che il problema dei debiti della P.a. va risolto. Ma sulla manovra, che “si può fare anche domani”, Di Maio invita la Lega a portare le cifre: “Ancora non conosco le coperture della flat tax”.