Ci sono ancora le famiglie attraverso i consumi a mantenere sopra lo zero il tasso di variazione del PIL. E’ quanto emerge dai dati della congiuntura Confcommercio di settembre, secondo cui non un grande impulso, certo, ma dopo un pessimo mese di maggio, causa meteo, giugno mostra un rimbalzo anche nelle vendite al dettaglio.
Non si conferma uno scenario recessivo. L’ICC, mese su mese, cresce di poco a luglio ma flette ad agosto. Nel complesso il confronto tendenziale resta favorevole per via di livelli particolarmente depressi l’anno scorso. Queste dinamiche vengono replicate per il PIL: +0,1% la previsione della variazione congiunturale per il terzo quarto che implica +0,2% tendenziale. Non si conferma, quindi, uno scenario recessivo. – spiega Confcommercio – Piuttosto, l’economia resta del tutto bloccata. Un risultato profondamente insoddisfacente. Nessun miglioramento in prospettiva di breve termine. Il 2019 probabilmente chiuderà a +0,1%. Non un grande impulso, certo, ma dopo un pessimo mese di maggio, causa meteo, giugno mostra un rimbalzo anche nelle vendite al dettaglio. L’ICC, mese su mese, cresce di poco a luglio ma flette ad agosto.
Dopo un giugno sostanzialmente positivo i principali indicatori sono tornati ad evidenziare dinamiche meno favorevoli, segnalando un avvio problematico del terzo trimestre. A luglio la produzione industriale è tornata a ridursi dello 0,7% congiunturale e dello 0,5% su base annua. – prosegue Confcommercio – L’occupazione del mese di luglio ha mostrato una leggera contrazione (-0,1%) rispetto al mese precedente, pur risultando in crescita (0,8%) nel confronto annuo. I segnali del permanere di una situazione di debolezza dell’economia sono stati confermati ad agosto dall’ulteriore riduzione della fiducia di famiglie e imprese.
Lieve miglioramento. La contrazione per il sentiment delle famiglie è stata dell’1,2% congiunturale, mentre per le imprese la flessione è stata del 2,3%. Su base annua il tendenziale di entrambi gli indicatori ha continuato a ridursi fortemente con -2,8% per le famiglie e -4,4% per le imprese. Ad agosto 2019 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) è tornato a segnalare un rallentamento, con una diminuzione in termini congiunturali dello 0,4% ed una variazione del +0,4% nel confronto con lo stesso mese del 2018. In termini di media mobile a tre mesi si osserva, comunque, una modesta tendenza al miglioramento, dato condizionato in larga parte dall’andamento particolarmente positivo di giugno.
I dati. Quelli dell’ultimo mese devono essere considerati come stime provvisorie in quanto ottenuti attraverso l’integrazione dei dati disponibili con uno specifico modello di previsione Arima applicato alle singole serie mensili che compongono l’Icc. La diminuzione dello 0,4% registrata in termini congiunturali dall’Icc nel mese di agosto è sintesi di un deterioramento sia della domanda relativa ai servizi (-0,3%) sia di quella per i beni (-0,4%). Il dato è espressione di una generalizzata tendenza al peggioramento delle diverse macro-funzioni di spesa. – precisa Confcommercio – Solo per i beni e i servizi ricreativi si rileva una stazionarietà.
Le diminuzioni più consistenti – si legge nella nota – hanno interessato i beni e i servizi per la mobilità (-0,6% su luglio), gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-0,5%), l’abbigliamento e le calzature (-0,5%) e gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-0,5%). Più modesta è risultata la riduzione per i beni ed i servizi per le comunicazioni (-0,3%), per i beni ed i servizi per la casa (-0,1%) e per i beni e servizi per la cura della persona (-0,1%). Ad agosto 2019 l’ICC ha mostrato, nel confronto annuo, un aumento dello 0,4%, in deciso rallentamento rispetto al bimestre precedente. Il dato dell’ultimo mese è derivato da una crescita dello 0,8% della domanda per i servizi e dello 0,2% per i beni. Nel confronto con agosto del 2018 il segmento più dinamico si conferma quello relativo alla spesa effettuata dalle famiglie per i beni e i servizi per le comunicazioni (+6,3%), al cui interno i beni per l’ICT continuano, nonostante la minore dinamicità degli ultimi mesi, ad evidenziare tassi di crescita particolarmente sostenuti.
L’aumento della domanda per gli alberghi e non solo. Anche la domanda per i beni e i servizi per la casa ha continuato a risentire, positivamente, della preferenza delle famiglie per gli acquisti dei prodotti di elettronica di consumo e di elettrodomestici, segnalando un incremento dell’1,0% su base annua. Più contenuto è risultato, nel confronto con agosto del 2018, – sottolinea Confcommercio – l’aumento della domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,8%) e per i beni ed i servizi ricreativi (+0,3%). Riduzioni, nel confronto annuo, si sono registrate per i beni e i servizi per la mobilità (-0,9%), per l’abbigliamento e le calzature (-0,5%) e per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,5%).
Il confronto. Per questi ultimi due segmenti il dato di agosto segnala il ritorno in territorio negativo, dopo un bimestre di parziale recupero. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di settembre 2019 si stima, in termini congiunturali, una diminuzione dello 0,3%. Nel confronto con lo stesso mese del 2018, i prezzi crescerebbero dello 0,7%, in moderato aumento rispetto agli ultimi mesi. Stima mensile sull’andamento dei prezzi nel mese in corso relativa al NIC (Numero indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività). Il dato – conclude Confcommercio – è riferito ad un insieme più ampio di beni e servizi rispetto a quelli considerati nell’ICC.