Scendono i prezzi, ma aumentano le compravendite. Il mercato immobiliare delle case per vacanze nelle località turistiche ha fatto registrare nel 2018 una crescita delle transazioni a livello complessivo del 6,1%, in linea con il dato nazionale (+6,5%), con un’intensità maggiore rispetto al 2017 (+3,5%). L’Osservatorio nazionale Immobiliare Turistico 2019 di Fimaa-Confcommercio (Federazione italiana mediatori agenti d’affari), con la collaborazione della società di studi economici Nomisma, puntuale come ogni anno ha fotografato l’andamento del mercato delle case turistiche in Italia attraverso l’analisi dei dati delle compravendite e delle locazioni di 205 località di mare e 112 di montagna e lago.
Secondo il Rapporto, le transazioni, in particolare nelle località marine, hanno fatto segnare +6,4% nel 2018 (contro il +4,8% del 2017), quelle montane +4,0%, mentre quelle lacuale +7,6% (era +8% nel 2017). Nel 2019 il prezzo medio per l’acquisto di un’abitazione turistica in Italia si attesta a 2.134 euro al mq (contro i 2.173 euro al mq commerciale del 2017), con un trend dei prezzi di vendita delle case per vacanza ancora in contrazione: il dato medio fa rilevare una flessione annua pari a -1,8%, meno intensa della variazione registrata nel 2018 (-2,5%).
La regione che ha registrato il calo più intenso è il Lazio (-3,5%). Seguono Liguria (-3,1%), Valle d’Aosta, Toscana, Campania e Molise (-2,5%). Il Friuli Venezia Giulia, invece, è l’unica regione a registrare un aumento dei prezzi medi (+1,5%). Nelle località marine, il calo maggiore dei prezzi medi di compravendita di appartamenti si registra nel Lazio (-3,5% annuo) e in Liguria (-3,1%).
A far segnare gli arretramenti più marcati sono state le località marine in provincia di Genova (in media -5,7%) e di Roma (-3,8% medio). Nello specifico, si segnalano il -6,8% di Santa Margherita Ligure, il -6,4% di Rapallo, il -5,3% di Sestri Levante e il -5,0% di Fregene. Tra le località di montagna o lago la maggiore variazione negativa è in Valle d’Aosta (-2,5%) mentre in Friuli Venezia Giulia si è rilevato un aumento dei prezzi medi pari a +1,7%. Le località che hanno registrato variazioni positive sono solo una decina. Tra di esse, Senigallia (Ancona), con un aumento del 3,8%, alcune località montane in provincia di Udine (come Ravascletto, +3,4%; Tarvisio, +3,3% e Sauris, +3,2%), Livigno (Sondrio) e Lignano Sabbiadoro (Udine), che hanno registrato un aumento dei prezzi medi del 2,0%.
Per i prezzi massimi di compravendita di appartamenti top o nuovi 2019 c’è Capri al top delle classifiche, dove si compra con 12.700 euro al mq (nel 2017 l’isola era quarta con 12.800 euro/mq). Sul podio anche Forte dei Marmi (Lucca) con 12.600 euro/mq (in linea con i 12.700 euro/mq del 2017) e Madonna di Campiglio (Trento) con 12.400 euro/mq. Santa Margherita Ligure (Genova), per diversi anni fino al 2018 salda in prima posizione con valori pari a 13mila euro/mq, scivola al quarto posto con 12.300 euro/mq. Seguono Courmayeur (Aosta) con 11mila euro/mq, Cortina d’Ampezzo (Belluno) con 10.700 euro/mq, Selva di Gardena (Bolzano) con 9.900 euro/mq e Porto Cervo (Sassari) con 9.400 euro/mq. Fanalino di coda Anacapri (Napoli) e Ortisei (Bolzano) con 8.900 euro/mq, Porto Rotondo (Sassari) con 8.500 euro/mq, Corvara (Bolzano) con 8.400 euro/mq e Sirmione (Brescia) con 8.100 euro/mq.
Sono principalmente gli italiani (l’85%), ad acquistare abitazioni per trascorrere le vacanze, il rimanente 15% delle compravendite sono prerogativa dei clienti stranieri, in lieve calo rispetto allo scorso anno (19%) – si legge nello studio – le locazioni sono preferite dal 29% degli stranieri e dal 71% degli italiani. Il 30% della domanda di locazione proviene dalla stessa regione, il 54 per cento da altre regioni e il 16% dall’estero. “Dal dopoguerra al 2007 il mercato immobiliare italiano si è costantemente rivalutato – ha sottolineato Santino Taverna, presidente Fimaa, illustrando i dati dell’Osservatorio nazionale Immobiliare Turistico 2019 – prescindendo dalla qualità, da spese gestionali, dalla tipologia, dall’ubicazione e dalle attenzioni al risparmio energetico.”
“Per chi investe in immobili, compresi quelli di villeggiatura – ha aggiunto – l’attenzione verso questi elementi sono oggi una priorità indispensabile accentuata probabilmente dall’attuale mercato di offerta tuttora preponderante rispetto alla richiesta. Nonostante l’Italia si confermi tra i Paesi più attrattivi del mondo, il comparto del turismo non è tuttora in grado di esprimere al meglio le proprie potenzialità. Le performance del comparto immobiliare potrebbero decisamente migliorare se l’attuale fardello fiscale che grava sugli immobili si attenuasse prestando maggiore attenzione al dumping fiscale che avvantaggia le multinazionali, a danno della nostra economia e dell’erario”.