È il giudizio espresso oggi da Confartigianato in audizione davanti alle Commissioni Giustizia e Industria del Senato. La Confederazione apprezza il rinvio al 16 maggio 2022 dell’entrata in vigore di molte norme del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza e il rinvio al 31 dicembre 2023 dell’entrata in vigore delle procedure di allerta e di composizione assistita della crisi. Tuttavia, ritengono opportuno prorogare al 30 aprile 2023 anche l’obbligo di nomina dell’organo di controllo da parte delle srl affinché sia insediato prima dell’entrata in vigore del Titolo II del Codice della crisi (previsto per il 30 dicembre 2023) e quindi le imprese possano dare attuazione al nuovo sistema di allerta in esso previsto. Questo in una nota di Confartigianato.
Confartigianato apprezza anche la nuova procedura negoziale prevista dal decreto legge e finalizzata a consentire alle imprese, che presentano segnali di difficoltà non ancora concretizzati in una crisi vera e propria, di intervenire prontamente e riassestare la situazione.
Il grande pregio di questa procedura – sottolinea Confartigianato – consiste nella sua natura esclusivamente negoziale, agile, in linea con le norme europee e volontaria, senza ingerenze esterne o addirittura giurisdizionali: l’imprenditore, infatti, rimane in ogni fase il dominus della propria impresa, affiancato soltanto dalla figura dell’esperto che opera come ‘facilitatore’. A questo proposito, Confartigianato ha chiesto che, la nuova procedura della composizione negoziale della crisi, oltre ad essere adeguatamente divulgata presso le aziende e i professionisti e a garantire la tutela dei diritti dei debitori e dei creditori, sostituisca definitivamente la procedura presso l’Organismo di composizione della crisi d’impresa (OCRI) che è più complessa, onerosa, burocratica e vincolante per l’imprenditore.
Secondo Confartigianato la nuova procedura negoziata consentirà di gestire al meglio le situazioni di impasse che molte imprese dovranno inevitabilmente affrontare, non solo nell’attuale fase di emergenza pandemica, ma soprattutto nella fase post-pandemia con la fine dei contributi e sussidi pubblici. È indispensabile che l’imprenditore possa intervenire tempestivamente, senza temere ingerenze o etichettature negative, nel momento in cui rilevi segnali di difficoltà prima di arrivare alla crisi conclamata dalla quale difficilmente un’impresa “esce in piedi”. Il lasso di tempo che intercorre tra questi due momenti deve essere messo a frutto per risanare e risollevare l’impresa. La nuova procedura va esattamente in questa direzione, da tempo sollecitata da Confartigianato.