Secondo le rilevazioni diffuse dall’Istat, a dicembre 2019 crescono le esportazioni su base annua (+5,2%) con un aumento rilevato per i beni di consumo non durevoli (+10,5%) e beni intermedi (+7,1%). Diversamente, le importazioni registrano un’ampia flessione tendenziale (-5,9%) cui contribuiscono quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie e, in particolare, l’energia (-13,9%). Prendendo ad esame solo il mese di dicembre, invece, si nota come sia le importazioni che le esportazioni registrano una lieve diminuzione. Nello specifico, per entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue, si stima una diminuzione congiunturale, più ampia per le importazioni (-1,8%) rispetto alle esportazioni (-0,9%).
La flessione congiunturale dell’export riguarda l’energia (-12,8%) e i beni di consumo non durevoli (-4,4%). I beni di consumo durevoli (+2,4%), i beni intermedi (+1,3%) e i beni strumentali (+1,1%) – spiega l’Istituto – registrano invece un aumento. Dal lato dell’import, si rilevano cali congiunturali per i beni strumentali (-4,9%), i beni di consumo non durevoli (-3,5%) e i beni intermedi (-1,3%), mentre sono in aumento gli acquisti di beni di consumo durevoli (+1,1%) ed energia (+0,9%).
Il confronto. Nell’ultimo trimestre mobile (ottobre-dicembre 2019), la dinamica congiunturale delle esportazioni verso i paesi extra Ue risulta positiva (+1,8%) ed è trainata dal marcato aumento dei beni strumentali (+7,2%) mentre i restanti raggruppamenti principali di industrie sono in diminuzione. Nello stesso periodo, per le importazioni, – si legge nella nota – si rileva un ampio calo congiunturale (-4,4%), imputabile principalmente a energia (-8,2%), beni strumentali (-4,2%) e beni intermedi (-4,0%). Gli acquisti di beni di consumo durevoli sono invece in aumento (+4,1%).I dati. A dicembre 2019, – prosegue l’Istat – le esportazioni sono in marcato aumento su base annua (+5,2%). L’aumento è rilevante per i beni di consumo non durevoli (+10,5%) e beni intermedi (+7,1%). Diversamente, le importazioni registrano un’ampia flessione tendenziale (-5,9%) cui contribuiscono quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie e, in particolare, l’energia (-13,9%).
Il surplus commerciale – rileva l’Istituto – a dicembre 2019 è stimato pari a +5.770 milioni, in aumento rispetto a +4.105 milioni di dicembre 2018. Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +69.169 milioni per il 2018 a +75.575 milioni per il 2019). A dicembre 2019 l’export verso Giappone (+22,2%), Cina (+21,3%), Svizzera (+19,3%) e Turchia (+18,2%) è in forte aumento su base annua. In diminuzione, le vendite di beni verso Stati Uniti (-7,7%), India (-4,5%) e paesi OPEC (-3,7%).
Gli acquisti da Russia (-26,5%), paesi Mercosur (-23,6%), paesi Opec (-20,6%), Stati Uniti (-10,5%) e Cina (-7,6%) – conclude l’Istat – registrano flessioni tendenziali molto più ampie della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In aumento gli acquisti da Turchia (+16,1%) e paesi ASEAN (+5,0%).