Per quel che riguarda le forniture di gas russo “un’interruzione a maggio 2022 renderebbe critico il superamento dell’inverno e richiederebbe interventi di risparmio più incisivi”, mentre “un’interruzione a novembre 2022 consentirebbe il riempimento degli stoccaggi, con una situazione meno critica per il sistema anche con misure risparmio”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice nell’informativa urgente resa nell’Aula della Camera sulle ulteriori iniziative per contrastare l’aumento dei costi dell’energia.
“Nel breve periodo, per gli inverni 2022 e 2023, la riduzione della domanda complessiva di gas dovrà essere accompagnata da misure di contenimento della domanda la cui entità dipende anche dalla data della eventuale interruzione delle forniture russe”, spiega Cingolani, garantendo che “la cosa è sotto controllo e facciamo i conti“.
Ciò detto, ribadisce, “un’interruzione immediata renderebbe critico superamento dell’inverno prossimo in assenza di rilevanti misure di contenimento della domanda”, perché “a inizio 2023 potrebbero mancare 10-15 miliardi di metri cubi su 76 mld mc totali, e non è poco“, mentre “un’interruzione a fine 2022 garantirebbe il riempimento degli stoccaggi, insieme al concorso di nuove forniture internazionali”. Insomma, “superato questo inverno, che è il più critico, si sentirà sempre meno l’urgenza e questi mesi sono quelli che vanno controllati con più attenzione”, conclude Cingolani, mentre per il gas “nel 2024 quello che entrerà sarà sufficiente a sostituire gas da russi”, più precisamente “dalla seconda metà del 2024”.
– Agenzia DiRE –