Una scelta d’acquisto consapevole passa per molti interrogativi: riguardo alla provenienza delle materie prime, ai processi produttivi, alle condizioni di lavoro. Tutti aspetti che possono rivelarsi determinanti nella scelta di mettere un prodotto nel carrello o lasciarlo sullo scaffale. Ma per definirla davvero “sostenibile”, a questa nuova mentalità dei consumi manca ancora un tassello fondamentale: considerare, oltre alla sostenibilità del prodotto, anche quella del packaging che lo contiene.
Un bel packaging è sempre stato una forte attrattiva per il consumatore: design e lusso erano spesso sinonimi di un packaging voluminoso in termini di dimensioni e materiali. Oggi le cose sono profondamente cambiate: il packaging contemporaneo deve caratterizzare fortemente un prodotto in termini di sostenibilità ambientale, un aspetto verso cui il pubblico si dimostra ogni giorno più sensibile.
Le aziende che si occupano di packaging devono fare i conti con una forte spinta all’innovazione e alla ricerca di soluzioni intelligenti, che limitino lo spreco di risorse, siano completamente ecosostenibili e vengano percepite dal consumatore come indispensabili. Ecco perché il Tubettificio Favia ha individuato 8 regole che definiscono una scelta di packaging consapevole. Un numero che ricorda volutamente il simbolo dell’infinito, in omaggio al materiale su cui Favia ha scelto di specializzarsi: l’alluminio, infinitamente riciclabile senza mai perdere le caratteristiche originarie. Inoltre, la produzione di alluminio da materiale riciclato richiede il 95% di energia in meno rispetto alla produzione da materia prima. Un quadro oggi ulteriormente perfezionato dal lancio di ToBeNaturAL , un tubetto in alluminio con tappo realizzato in materiali biodegradabili e compostabili (comunemente definiti “biopolimeri”). Un packaging realmente ecologico al 100% che rappresenta al meglio il commitment dell’azienda verso l’Ambiente.
Gli 8 punti si ispirano ai principi della Carta Etica del Packaging: un decalogo pensato per tutti gli attori della filiera che fornisce informazioni utili a progettare, produrre e utilizzare imballaggi in modo consapevole. La campagna recepisce questi principi e li declina in un prontuario a beneficio e a misura del consumatore finale.
Le 8 regole per un packaging consapevole. Un packaging consapevole deve essere: necessario; sostenibile; a zero-spreco; essere affidabile; essere funzionale; proteggere il contenuto; valorizzare il brand ed essere responsabile. Ognuna di queste caratteristiche implica un approccio di responsabilità nei confronti del prodotto e dei consumatori. Ma vediamo meglio cosa si intende per le voci sopra elencate.
Packaging necessario. Quando acquistiamo un prodotto il suo packaging è davvero indispensabile? O il prodotto potrebbe essere venduto anche senza? Questa è una domanda che il consumatore si pone sempre più spesso. Pellicole di plastica, vaschette che contengono alimenti e scatole di cartone spesso sono un di più che un semplice cambio di mentalità (in atto già in molti Paesi europei) consentirebbe di evitare.
Packaging ecosostenibile. Il tema della sostenibilità ambientale è al centro dell’agenda politica internazionale e anche il mondo imprenditoriale non può sottrarsi al confronto. Il packaging è prodotto con materiale riciclabile? È sostenibile? Il suo riciclo avviene con modalità di risparmio energetico o di riduzione degli sprechi?
Packaging zero spreco. Non sprecare è un mantra che sta molto a cuore al consumatore contemporaneo. Zero spreco significa che il packaging deve consentire un utilizzo del prodotto fino alla fine, facilitandone la fruizione fino all’ultima goccia e senza obbligare il consumatore a intervenire per esempio manomettendo la confezione.
Packaging affidabile. Il materiale con cui è fatto il packaging è resistente? È un materiale che resiste alle possibili sollecitazioni esterne? Se cade si rompe? È fragile? Resiste agli urti? Consente di allungare la vita del prodotto sullo scaffale? Al momento di scegliere un prodotto il consumatore a parità di caratteristiche si trova a preferire un prodotto il cui packaging è garanzia di una conservazione più facile e duratura. O che può addirittura essere riutilizzato in seguito.
Packaging funzionale. Il packaging rende il prodotto facilmente fruibile? Per molti prodotti la confezione diventa uno strumento di utilizzo e questo necessita di determinate caratteristiche. È facilmente richiudibile per consentirci di lasciare il prodotto in confezione evitando di usare altri contenitori?
Packaging protettivo. Il contenuto è prezioso e va conservato nel modo migliore. Il materiale con cui è realizzato il packaging lo consente? È un materiale che funge da schermo verso gli agenti esterni? È igienico e garantisce che il contenuto non si contamini quando la confezione viene aperta?
Packaging comunicativo. Il packaging deve valorizzare il brand: una confezione anonima è negativa per un prodotto, quindi il packaging deve saper parlare al consumatore. In primis del brand che rappresenta e meglio ancora se del prodotto stesso. Ciò non significa solo che deve essere bello, ma che deve attirare l’attenzione e deve poter contenere informazioni, utili per il consumatore, creando un filo diretto di comunicazione fra il brand e il suo pubblico.
Packaging responsabile. Una delle maggiori preoccupazioni delle aziende oggi è la percezione della propria mission e dei propri valori da parte del consumatore. In che modo l’etica aziendale emerge attraverso i propri prodotti? È chiara la mission che viene proposta? Il packaging come viene prodotto? L’azienda si occupa di sostenibilità? La filiera produttiva rispetta i lavoratori?