La rinascita del settore terziario italiano continua e ad un tasso accelerato, secondo gli ultimi dati PMI. L’attività economica è aumentata al tasso più rapido da gennaio 2018, grazie ad un altro forte incremento della domanda, con il campione d’indagine che ha menzionato l’allentamento delle restrizioni pandemiche e la conseguente riapertura di molte aziende. Il risultato è che le previsioni di produzione dei prossimi dodici mesi del settore terziario si sono rafforzate con il miglior livello di fiducia da gennaio 2010.
L’Indice destagionalizzato delle Attività Economiche, che è l’indicatore principale di questo report e che con una singola domanda chiede alle aziende monitorate di paragonare l’andamento dell’attività del mese in corso rispetto a quello precedente, si è posizionato a giugno su 56.7. Tale valore indica un notevole incremento rispetto alla lettura di maggio di 53.1 e ha registrato il secondo incremento mensile consecutivo dell’attività terziaria. Il tasso di espansione è stato inoltre il più forte in oltre tre anni risultando nel complesso considerevole.
La maggiore crescita di giugno del settore terziario deve essere principalmente collegata all’ulteriore rialzo della domanda da parte dei clienti. Il flusso dei nuovi ordini è aumentato per il secondo mese consecutivo, mantenendo un forte tasso di espansione, anche se rallentato. Dai commenti raccolti durante l’indagine di giugno si evince quanto l’allentamento delle restrizioni pandemiche e la riapertura delle aziende abbiano spinto le vendite e l’ottimismo dei clienti al rialzo.
Il miglioramento delle condizioni della domanda di giugno proviene anche dal mercato straniero, visto che gli ordini esteri sono aumentati per la prima volta in due anni, anche se solo moderatamente.
L’aumento delle vendite ha tuttavia esercitato sempre più pressione sulla capacità operativa, con il livello del lavoro inevaso aumentato per il terzo mese consecutivo e al tasso più forte da maggio 2006.
Le aziende hanno di conseguenza ampliato ancor più gli organici, registrando il più rapido tasso di incremento occupazionale da novembre 2019, segnando un valore generalmente moderato.
In merito ai prezzi, la forte ripresa di giugno ha inoltre portato con sé maggiori pressioni inflazionistiche. I costi affrontati dalle aziende del terziario italiano sono aumentati per il tredicesimo mese consecutivo, segnando la crescita inflazionistica più rapida da gennaio 2012. Dalla lettura dei commenti delle aziende intervistate, si evince che le principali cause dell’inflazione sono legate al rincaro dei costi variabili, così come di quelli relativi alle utenze ed al personale.
A giugno, inoltre, le aziende hanno di nuovo incrementato le loro tariffe medie, attribuendolo ad un trasferimento parziale degli oneri aggiuntivi sul cliente finale. Alcune aziende hanno tuttavia collegato l’aumento dei loro prezzi di vendita ad un limitato recupero dei mancati guadagni causati dalle restrizioni. Detto ciò, il tasso di inflazione è rallentato rispetto a maggio ed è stato nel complesso solo marginale.
Guardando avanti, a giugno è aumentata la fiducia sulle prospettive di produzione dei prossimi dodici mesi, segnando il valore più forte in più di undici anni. Le aziende monitorate hanno collegato il loro ottimismo ad un miglioramento della domanda da parte dei clienti e alle speranze di una robusta ripresa economica grazie alla riduzione delle restrizioni anti Covid-19 e al proseguimento della campagna di vaccinazione.
L’Indice Composito della Produzione* ha registrato a giugno 58.3, segnando un aumento rispetto a 55.7 di maggio e segnalando il più rapido rialzo della produzione del settore privato italiano da gennaio 2018.
Ancora una volta, la crescita è stata guidata dal manifatturiero, che ha di nuovo segnato un incremento quasi record, anche se la crescita netta del settore privato è stata stimolata dal rialzo
più veloce dell’attività terziaria in quasi tre anni e mezzo.
Il flusso dei nuovi ordini ricevuti a giugno dalle aziende del settore privato italiano è anch’esso aumentato, allungando l’attuale serie di espansione a cinque mesi. Anche se rallentato rispetto a maggio, il tasso di crescita è stato drastico ed il secondo più veloce da gennaio 2018. Le aziende hanno anche segnalato un ulteriore incremento dei nuovi ordini esteri, toccando il quarto valore più alto della serie storica.
Allo stesso tempo, la pressione sulla capacità operativa si è intensificata, visto l’incremento record assoluto registrato dalle commesse inevase. Le aziende hanno di conseguenza aumentato le assunzioni, indicando il più rapido rialzo occupazionale da marzo 2017.
I dati di giugno hanno inoltre evidenziato una nuova impennata dei costi affrontati dalle aziende del settore privato, segnando il più forte tasso d’inflazione in 15 anni. Le aziende manifatturiere hanno registrato un incremento dei prezzi di acquisto assai più marcato del terziario.
In risposta all’aumento dei costi, le aziende hanno aumentato a giugno i prezzi medi di vendita e per il quarto mese consecutivo. Il tasso di inflazione delle tariffe è rallentato rispetto al record di maggio, ma ha comunque indicato il secondo valore più rapido della serie storica ed è stato considerevole. Così come osservato per i costi, il settore manifatturiero ha indicato un tasso di rialzo dei prezzi molto più veloce rispetto al terziario.
Il commento di Lewis Cooper, Economist presso la IHS Markit. Nel mese di giugno, il settore terziario italiano ha continuato il suo percorso di ripresa, con una ricrescita rinvigorita dall’allentamento delle restrizioni anti Covid19. L’attività economica è aumentata al tasso più rapido da gennaio 2018, con un altro considerevole incremento dei nuovi ordini, mentre la fiducia ha segnato il valore più alto in oltre undici anni.
Il risultato è che quest’ultima espansione della produzione del settore privato è stata significativa e la più rapida dall’inizio del 2018. Il manifatturiero – prosegue Lewis Cooper – ha guidato tale ripresa segnando un altro forte incremento della produzione, ma a stimolare la crescita è stata anche la forte prestazione dei servizi. Le pressioni inflazionistiche restano tuttavia un punto dolente, considerando che a giugno le aziende italiane hanno indicato il più forte aumento di costi in 15 anni. La pressione più forte proviene dal manifatturiero, settore che continua ad affrontare carenze e disagi sostanziali sulle forniture, ma anche il terziario ha indicato un rapido tasso di inflazione dei costi.
Nel complesso, – conclude l’economista del IHS Merkit – il mese che conclude il secondo trimestre ci ha consegnato soprattutto buone notizie sull’economia italiana. Dagli ultimi dati PMI, la ripresa resta robusta con la domanda dei clienti che continua a rafforzarsi nel crescente allentamento delle restrizioni pandemiche. Malgrado le intense pressioni inflazionistiche, le previsioni di crescita dell’attività nei prossimi dodici mesi delle aziende intervistate restano fortemente ottimistiche.”