Il maltempo di questi giorni sta accrescendo il rischio di frane e alluvioni, con eventi che hanno determinato numerosi allagamenti, crolli e disagi. Dall’analisi dei dati Istat relativi al traffico gestito da autoveicoli di portata non inferiore a 35 quintali immatricolati in Italia e ripresa da uno studio di Confartigianato, si evidenzia che in un anno tra Piemonte e Liguria, in entrambe le direzioni, vengono trasportate su strada 9,1 milioni di tonnellate di merci.
Gli eventi atmosferici estremi connessi con le mutazioni del clima influiscono sul dissesto idrogeologico dell’Italia. Il 7,9% del territorio nazionale – spiega Confartigianato – è interessato da frane e il 12,5% è costituito da aree a pericolosità idraulica medio-alta in cui vivono 8,2 milioni di abitanti, il 13,9% della popolazione.
Gli investimenti. È necessario realizzare investimenti di salvaguardia del territorio finalizzati alla prevenzione dei danni da frane e alluvioni – emerge dallo studio. – Su questo fronte va segnalato che nel confronto internazionale l’Italia presenta un ritardo negli investimenti pubblici che, secondo le ultime stime della Commissione europea, nel 2019 valgono il 2,2% del Pil, ben 0,8 punti in meno della media UE del 3,0%.
Il confronto. Nell’arco di cinque anni (2013-2018) gli investimenti pubblici in costruzioni sono scesi del 21,1%, con un calo più marcato (-31,1%) per le Amministrazioni locali, le quali gestiscono quasi i due terzi (61,6%) di questa tipologia di investimenti. Un segnale positivo – prosegue Confartigianato – arriva dalla spesa per investimenti dei Comuni che nei primi nove mesi del 2019 è in aumento del 17,1%, consolidando l’andamento rilevato nel primo trimestre dell’anno.
La manovra di bilancio all’esame del Parlamento non destina risorse adeguate all’accumulazione di capitale pubblico: nel 2020 le risorse per investimenti si riducono di oltre 1,1 miliardi di euro; si registra un incremento di questa posta del bilancio pubblico solo dal 2021 e 2022, rispettivamente per 0,9 e 2,7 miliardi di euro.
Le conseguenze. Si conferma – conclude Confartigianato – il tratto caratteristico della politica fiscale italiana che, nel breve periodo, penalizza la spesa in conto capitale e, in particolare, la spesa per investimenti, con ricadute negative sui processi di crescita: la spesa per investimenti, infatti, come ben evidenziato dall’analisi di Banca d’Italia, è caratterizzata da un più elevato moltiplicatore.