Pescatore a Malta, insegnante di flamenco in Spagna, contadino in Romania, archeologo in Grecia, professore di inglese in Croazia, sorvegliante allo zoo di Tallin in Estonia, cioccolataio in Belgio, panettiere in Liechtenstein, operatore turistico a Cipro, cuoco nel Principato di Monaco. Ma non solo. Barista in Irlanda, produttore di gioielli in Lituania, fotografo naturalista in Islanda, fiorista in Olanda, produttore di birra in Repubblica Ceca, addetto alle pulizie della vasche degli squali in Inghilterra. Sono solo alcune delle professioni svolte da Jan Lachner, venticinquenne parigino, durante quella che si potrebbe definire una vera e propria maratona lavorativa. Trentatré lavori in trentatré paesi diversi. È questa la sfida portata avanti dal giovane ingegnere aeronautico. Ultima tappa del suo tour europeo: l’Italia. A completare il suo Euro-jobs Project un impiego nel settore della conservazione dei beni culturali a Pordenone.
Deciso a non seguire un percorso convenzionale per la sua carriera, ma desideroso di fare esperienze che accendessero la sua curiosità, Lachner si è cimentato in settori ed ambiti volutamente diversi che rispecchiassero il Paese ospitante. “Volevo scoprire e vedere cosa ci fosse fuori, oltre i confini nazionali, prima di tornare nel settore aeronautico – spiega il giovane ingegnere – Le esperienze di lavoro avrebbero dovuto riflettere quanto più possibile lo Stato di appartenenza”.
Così, spinto dalla voglia di ampliare i propri orizzonti, professionali e non, conoscendo luoghi, culture e persone diverse, Lachner ha iniziato la sua avventura in giro per l’Europa, registrando ogni esperienza su un sito web per rendere visibile al mondo la sua idea. Un’idea che ha incuriosito ed interessato i media internazionali, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica.
Ma al di là dell’accrescimento umano e del fine puramente professionale, dietro Euro-job Project si nascondeva un obiettivo più grande. “Senza un permesso di lavoro in tutta l’Unione Europea e non solo, il progetto non avrebbe potuto essere realizzabile – commenta il giovane – Sono europeo e, proprio per questo, posso “saltare” oltre i confini con la stessa facilità con cui si attraversa la strada. L’idea era quella di avvicinare il più possibile la gente al concetto di Europa”.