“Da questo momento le Sardine di Roma non fanno più riferimento ai 4 fondatori di Bologna né alla struttura che stanno creando”. Con queste parole lo scorso 3 febbraio Stephen Ogongo, leader del gruppo romano delle Sardine, ha annunciato la rottura con il nucleo originario del movimento. Stando alle parole che Ogongo ha affidato ad un post sulla pagina Facebook “Sardine di Roma”, la foto scattata da Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa presso la fondazione Fabrica di Treviso in compagnia del fondatore Luciano Benetton e del direttore Oliviero Toscani – vicino al Pd – sarebbe stato solo l’ultimo errore commesso dai quattro fondatori bolognese. Immediata la risposta di Santori: “la critica sulla foto è stata solo strumentale – riporta l’Huffington Post – ad una scelta che lui o chi per lui aveva già maturato da tempo”.
“Un errore politico ingiustificabile”. Così Ogongo ha definito la foto scattata dai quattro leader delle Sardine in compagnia di Benetton e Toscani. Ma per Ogongo questa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo settimane in cui – a sua detta – è stato esercitato sempre più frequentemente “un controllo ‘dall’alto’ delle comunicazioni tra noi e verso l’esterno teso ad assicurarsi che i 4 leader fondatori del movimento siano sempre messi in buona luce, anche a discapito di altri”. Difatti la foto con il maggiore azionista di Atlantia e di Autostrade per l’Italia – il cui profilo è rimasto indelebilmente macchiato dal drammatico crollo del Ponte Morandi nell’agosto 2018, che ha tolto la vita a 43 persone – ha generato da più parti polemiche e critiche, tanto che lo stesso Sartori ha ammesso al Corriere della Sera: “È stata un’ingenuità […]. È stato un errore, prima o poi doveva capitare. Ma anche chi ci apprezza deve capire che non siamo infallibili”.
“Il mare non si scinde, al massimo si increspa” ha commentato Santori, quando intervistato dall’Huffington Post, ha parlato della scelta del suo ormai ex collega romano. “Stephen da tempo non si presentava alle riunioni delle sardine romane che temevano ci fosse un interesse personalistico dietro a quel gruppo Facebook. Ne hanno e ne abbiamo avuto la prova quando ieri mattina ha eliminato senza alcun preavviso tutti i moderatori.” Stando ai retroscena rivelati da Santori, dunque, la scelta di Ogongo potrebbe essere stata non del tutto disinteressata, ma all’accusa di interessi personalistici, l’ex sardina ha risposto con fermezza: “Se fosse vero – riporta il Corriere della Sera – mi incollerei a loro e avrei la strada spianata, invece di fare questa scelta controcorrente”. “«Il principale errore di Santori&Co. – continua Ogongo – è aver schierato il movimento a sinistra. Non tutte le persone che hanno riempito piazza San Giovanni erano di sinistra”.
È proprio in piazza, a Roma, il prossimo 16 febbraio che si potranno comprendere i primi esiti di queste nuove dinamiche. A proposito dell’appunto in piazza Santi Apostoli Ogongo ha confermato che ci sarà, sottolineando la sua intenzione di restare dalla parte della “gente che va in piazza”, rifiutando categoricamente di “affiancarsi agli squali – citando il post della discordia – o diventare come loro”. Intanto le Sardine “ufficiali” continuano i lavori in vista dell’incontro di Scampia del 14 e 15 marzo, ideato per dare un’organizzazione nazionale all’agenda politica del movimento. Si tratta della “fase 3” – così l’hanno definita i fondatori – nella quale le apartitiche Sardine assumeranno una forma maggiormente strutturata, plasmata sul modello di “un partito o un sindacato – ha dichiarato Santori – o un’associazione nazionale”: strutture classiche dell’organizzazione politica, che le Sardine promettono di innovare dall’interno. Rispetto al collocamento politico, i fondatori non si sbilanciano ancora troppo, ma a proposito dell’invito del segretario del Pd Nicola Zingaretti, Santori non sembra essere così netto e ammette “non è escluso un incontro”.