Il governo italiano era stato informato del rischio di pandemia, ma ha sottovalutato il pericolo per molte settimane. È questa la pesante accusa contenuta in un articolo pubblicato su Fox News, la famosa testata statunitense molto vicina alla Casa Bianca. In un lungo articolo, a firma di Hollie McKay, viene raccontata la tragedia con cui il nostro paese – ora più di altri – è costretto a fare i conti. Tra le cause ipotizzate, tra cui diverse legate al profilo anagrafico della popolazione italiana e alle sue abitudini sociali e familiari, ce ne è una che non è passata inosservata: solo dopo poche settimane dall’esplosione del virus in Cina, Roma sarebbe stata informata da alcuni rapporti di intelligence del rischio che quel lontano Covid-19 portava con sé, ma nessuna contromisura è stata intrapresa in modo tempestivo.
“Secondo un esperto di sicurezza di base a Roma – si legge sull’articolo di Fox News – che ha chiesto di rimanere anonimo perché non autorizzato a parlare ai giornali, alcuni repor dell’intelligence hanno avvisato il governo del potenziale rischio di pandemia del virus solo dopo pochi giorni che questo si è manifestato in Cina alla fine dello scorso anno. Ma sono trascorse diverse settimane prima che Roma attivasse serie misure.” Stando al giornale statunitense dunque il governo italiano sapeva, ma non ha fatto nulla, almeno in un primo momento. Tuttavia, subito dopo la fonte sembra sminuire la responsabilità italiana, in quanto “a tutti veniva detto che era un problema della Cina”, ammettendo l’esistenza di un’idea generale che il problema in qualche modo non avrebbe superato i confini cinesi.
Ma perché l’Italia è stata colpita così severamente dal Coronavirus? Secondo Fox News, le ragioni profonde del dramma italiano sono da ricercarsi innanzitutto nella forte componente di persone anziane nella popolazione italiana, la quale “secondo uno studio dell’Università di Oxford – riporta Fox News – è tra le più anziane nel mondo, con il 23,3% dei cittadini con un’età superiore ai 65 anni”. Ciò spiegherebbe dunque l’alto numero di contagi e soprattutto di morti – nella giornata di ieri i dati della Protezione Civile ne indicavano 5.476 – registrato nel nostro paese.
Ma anche le abitudini culturali del nostro paese avrebbe avuto un ruolo rilevante, soprattutto in riferimento alla composizione dei nuclei familiari, molto spesso multigenerazionali e caratterizzati da frequenti e ampie interazioni relazionali. “Gli italiani sono persone incredibilmente socievoli che vivono in famiglie multigenerazionali o in complessi abitativi costituiti da più famiglie. La distanza sociale è l’opposto della cultura italiana – ma soprattutto, sostiene il Dott. Summere McGee della School of Health Sciences dell’Università di New Haven – la meravigliosa e comunitaria natura degli italiani è diventata la loro più grave debolezza al tempo di un’epidemia globale”.